19 marzo 2024

Imballaggi, la nuova direttiva UE

Norme e obblighi comuni per i 27, che dovranno garantire di arrivare al 90% del riciclaggio di bottiglie di plastica e contenitori di metallo. Su vino e latte pasa la linea italiana

Autore: Germano Longo
Secondo i dati della Relazione Consultiva “Conai” diffusa lo scorso settembre, nel 2022 in Italia sono state riciclate 10 milioni e 400mila confezioni su 14,5 milioni immesse al consumo: il 71,5%, per chi ama le percentuali.

Un dato confortante per l’ambiente nel nostro Paese ma non ancora sufficiente a livello europeo, che ha spinto i 27 ambasciatori degli Stati membri UE ad approvare la revisione sulla direttiva sul packaging e il suo riutilizzo. “La nuova direttiva - si legge nella nota – affronta l’aumento dei rifiuti da imballaggio, armonizzando il mercato interno e promuovendo l’economia circolare”.

Secondo la prima bozza del testo, saranno vietati in tutta l’Europa gli imballaggi in plastica monouso per frutta e verdura fresca non trasformata, per alimenti e bevande consumati in bar e ristoranti, monoporzioni di condimenti e prodotti da toilette in uso nelle strutture alberghiere e ricettive. Ma con l’eccezione di poter dimostrare una necessità all’uso “per evitare perdite di acqua e di turgore, rischi microbiologici, shock fisici e ossidazione dei prodotti”.

L’accordo, che ha accolto le richieste italiane di escludere dagli obblighi di riuso del take away, del cartone, delle bevande deperibili come il latte, dei vini e delle bevande alcoliche, mette nero su bianco precisi obiettivi di riduzione degli imballaggi che vanno dal 5% entro il 2030 al 10 da raggiungere cinque anni dopo, per poi puntare decisi verso il 15% non oltre il 2040, ma lascia tempo ai Paesi membri fino al 2029 per organizzarsi in modo da garantire che almeno il 90% delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori in alluminio finiscano nella raccolta differenziata.

Un obiettivo che passa attraverso la creazione di depositi e sistemi di restituzione, ma con la possibilità dell’esenzione per i Paesi che riusciranno a raggiungere un tasso di differenziata superiore all’80% entro il 2026 e a fronte di un piano strategico per arrivare agevolmente a quota 90.

Un accordo che soddisfa ampiamente l’Italia. Per il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin si tratta di “Un ottimo risultato. Il nostro Paese è stato in prima linea per difendere la sua eccellenza nell’economia circolare e tutelare le nostre imprese, i consumatori e l’ambiente. Abbiamo difeso un approccio sostenibile e un’economia realmente circolare: ha prevalso l’approccio scientifico e l’eccellenza dell’esperienza italiana. Il nostro obiettivo è stato sempre di definire un punto di equilibrio tra target ambientali e competitività delle imprese. Il risultato descrive bene quale futuro intendiamo disegnare per l’Europa”.

Soddisfazione anche da parte di Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste: “Esprimo soddisfazione per l’accordo raggiunto all’unanimità a livello europeo sul Regolamento imballaggi. L’equilibrio confermato tra sostenibilità ambientale, economica e sociale è una notizia fondamentale per settori produttivi importanti come florovivaismo, bevande spiritose e vino”.

“L’applicazione del principio di reciprocità nella direttiva imballaggi è una vittoria della filiera agroalimentare italiana e del gioco di squadra messo in campo, oltre che un segnale importante per estendere a tutti livelli il concetto che tutte le merci che entrano nella UE devono rispettare le stesse regole a cui sono sottoposti i produttori europei – è il commento di Coldiretti - l’intesa raggiunta rappresenta un importante passo in avanti sulla proposta iniziale della Commissione che avrebbe avuto un effetto devastante sulle imprese agroalimentari italiane”.

Dopo il via libera, il testo approvato sarà trasmesso al Parlamento e quindi al Consiglio per l’adozione finale: il voto del Parlamento UE in seduta plenaria è atteso nella settimana del 22 aprile.
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