I dati diffusi da Unioncamere-Infocamere rendono noto che in Italia, da marzo 2020 a marzo 2021, sono nate 63.000 imprese in meno, rispetto allo stesso periodo del 2018-2019, a causa del lockdown generalizzato prima, e delle misure restrittive in seguito. Una situazione allarmante, considerando anche il crollo del cash flow, evidenziato da Confindustria, che se non risolto adeguatamente potrebbe creare un problema di solvibilità, anche alle imprese che prima della pandemia disponevano di bilanci e prospettive solide.
Co il termine cash flow (flusso di cassa) è la ricostruzione dei flussi monetari di un’azienda o di un progetto nell'arco del periodo di analisi.
In particolare, i dati di Unioncamere-Infocamere hanno rilevato un rimbalzo con 103.597 iscrizioni nei primi tre mesi del 2021, una leggera ripresa rispetto al primo trimestre del 2020, sul quale aveva influito, però, l’impatto della prima ondata di Covid-19.
Inoltre, nel primo trimestre del 2021 le aziende costrette alla chiusura ammontano a 106.598, tra quelle determinate d’ufficio dalle Camere di commercio per inattività e quelle effettive (98.491).
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che investirà 191,5 miliardi del Recovery Fund e 30 del Fondo complementare a sostegno delle imprese in difficoltà, potrebbe contribuire a migliorare la situazione attuale. Tra l’altro, Intesa Sanpaolo integrerà, in base al fatturato, 400 miliardi di erogazioni a medio e lungo termine alle imprese.
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