In un momento di buone notizie assai latitanti, a cominciare dalla marcia incessante della variante “Delta” che inizia ad impensierire il pianeta, facendo sventolare nuovamente lo spettro delle “zone rosse”, spunta almeno qualcosa che lascia spazio alla speranza.
Un recentissimo studio realizzato da un team di scienziati della “Washington University” di St. Louis, pubblicato sulla rivista “Nature”, avrebbe stabilito che i vaccini prodotti da Pfizer-/BioNTech e Moderna, potrebbero garantire un grado di protezione forse perenne ai pazienti a cui è stato inoculato. Non è il primo studio in materia, ricorda Nature, confermando una corrente di pensiero sempre più diffusa nella comunità scientifica internazionale secondo cui la combinazione del contagio unita ai vaccini a Rna messaggero porterebbero ad una condizione tale di immunizzazione che non necessita di richiami, a meno dell’insorgere di varianti nuove, inedite e più aggressive del virus.
Lo studio si basa su alcuni esami approfonditi eseguiti su soggetti sopravvissuti al Covid-19 e successivamente vaccinati: nel midollo osseo, le loro cellule immunitarie rimangono per almeno otto mesi successivi, ma la convinzione è che il tempo sia molto superiore. Risultati che hanno portato il team a lanciare la teoria secondo cui l’immunità offerta dai due vaccini a Rna messaggero potrebbe prolungarsi per anni, specie per chi è stato contagiato dal Covid e poi sottoposto a vaccinazione.
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