22 settembre 2021

Le riforme del Pnrr procedono a rilento

Il governo italiano è in ritardo sulla realizzazione delle opere e dei progetti correlati al Pnrr. La Commissione europea, entro fine anno, verificherà lo stato delle opere e delle riforme, e, se la situazione dovesse essere com’è attualmente, l’Italia rischierebbe di non ricevere più i fondi comunitari.

Se si considera che una delle riforme qualificanti come il dll Concorrenza prevede delle diverse liberalizzazioni nel settore energia, telecomunicazioni e trasporti pubblici, è stato rimandato a causa delle elezioni amministrative, è chiaro che ci sia un problema politico.
Medesima situazione per una riforma, espressamente menzionata nel Pnrr, ovvero quella del Fisco. In merito, il sottosegretario all’Economia, Maria Cecilia Guerra, ha chiarito che tale riforma sarà uno degli argomenti cardine nei prossimi consigli dei ministri, e tra l’altro, ci saranno anche dei provvedimenti sul catasto. Tuttavia, i tempi e le modalità, devono, ancora, essere accordate. Tale riforma è stata rallentata a causa dall’esclusione del tema del gettito Imu, dal documento delle commissioni Finanze. Le poche risorse disponibili, infatti, non permettono degli interventi efficaci di riduzione delle aliquote.

Inoltre, uno degli interventi urgenti riguarderà il caro-energia, per il quale saranno necessari circa 4 miliardi di euro, che saranno utilizzati per la sterilizzazione degli oneri di sistema nelle bollette.
Un’ulteriore riforma è inerente agli ammortizzatori sociali, inclusa in quelle delle politiche attive, prevista dal Pnrr, per le quali sono previste 5 miliardi di euro per la Gol (Garanzia di occupabilità del lavoratore) e per i programmi di riqualificazione, monitorati dalle Regioni. Inoltre, per quanto riguarda la cassaintegrazione, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, si è detto propenso ad estendere, anche alle microimprese, circa 1,5 miliardi dalla sospensione del cashback di Stato. Garantire a tutti una sicurezza contro la disoccupazione, ha un costo tra gli 8 e i 10 miliardi di euro ma le imprese non sono propense ad affrontare tale spesa. A tal proposito, il ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, condivide la posizione delle imprese, tant’è che ha esortato l’esecutivo a prendersi qualche momento in più per riflettere sul da farsi.

Infine, anche il post-quota 100 presenta numerose insidie, poiché le risorse sono poche ma le ultime indicazioni prevedono un potenziamento dell’Ape social per i lavori gravosi. Probabilmente, il minimalismo sarà la cifra della prossima manovra.
Il vice-presidente della Commissione UE, Valdis Dombrovskis, ha definito il Pnrr un piano ambizioso, in quanto non si focalizza solo sugli investimenti, ma anche sull’impegno degli Stati, per far in modo che gli effetti delle riforme strutturali, siano efficaci a lungo termine.
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