28 settembre 2021

Nel 2022 arrivano le sanzioni per le attività che rifiutano i pagamenti elettronici

Autore: Federico Aiello
Entro giugno 2022 arrivano le sanzioni per tutti gli esercenti che non accettano i pagamenti elettronici. È quanto previsto in un inciso delle 566 pagine di riforme previste dal PNRR ed allegate sul sito della Commissione Europea.

Nel documento compare come obiettivo da realizzare entro il secondo trimestre del 2022 “l’adozione di una legislazione che renda effettive sanzioni amministrative in caso di rifiuto da parte degli esercenti privati di accettare pagamenti elettronici (l’articolo originale 23 del decreto legge 124/2019, poi abrogato nel momento della conversione in legge, rappresenta un riferimento)”1. L’articolo 23 del decreto legge 124/2019 e poi cancellato nel momento della conversione in legge prevedeva una multa di 30 euro aumentata del 4% del valore della transazione negata e che sarebbe dovuta entrare in vigore a partire da gennaio 2020. Un provvedimento, quello delle sanzioni, che sarebbe in linea con il documento a firma del Comitato di esperti in materia economica e sociale (tra cui compare anche la firma dell’attuale Ministro per la transizione digitale, Vittorio Colao) e pubblicato sul sito del Governo, dal titolo Iniziative per il rilancio “Italia 2020-2022”.

Nella sezione Passaggio a pagamenti elettronici si legge:
“(i) Incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici (PA, esercizi commerciali e soprattutto servizi e prestazioni) tramite: deduzioni/detrazioni dall’IRPEF, lotterie instant win, credito d’imposta per gli esercenti e accordi con il sistema bancario per riduzione delle commissioni. (ii) Rendere effettive ed eventualmente inasprire le sanzioni per gli esercizi commerciali e servizi privi di POS o con POS non funzionante. (iii) Scoraggiare l’uso del contante per ammontari rilevanti attraverso la riduzione di limiti ai pagamenti in contanti nonché disincentivi al ritiro e all’utilizzo degli stessi (ad es. anticipo fiscale a valere sui prelievi di contante)”2.

Stando al documento redatto da questa task force di esperti in ambito economico e sociale, in Italia l’85% delle operazioni avviene ancora in contante (“l’Italia è il 23esimo Paese tra i 27 dell’Unione Europea per transazioni con carta e moneta elettronica”), mentre svariati studi dimostrano come ci sia anche una stretta correlazione tra l’uso del contante e l’economia sommersa (dal valore di 170 miliardi di euro)”. La direttrice di policy sui pagamenti elettronici la si sarebbe potuta intuire anche solo leggendo il Documento di Economia e Finanza 20203 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in cui la sostituzione dei contanti con i pagamenti elettronici viene identificata quale strumento essenziale per la riduzione del tax-gap, ovvero il divario tra il gettito teorico, ossia quanto il contribuente dovrebbe teoricamente versare secondo un modello benchmark di tassazione e il gettito potenziale, quanto cioè viene effettivamente riscosso. Rimane da chiarire come e se verrà risolto il tema delle commissioni bancarie sulle transazioni relative ai piccoli importi.
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1“Entry into force of reformed legislation in order to ensure effective administrative sanctions in case of refusal of private providers to accept electronic payments (original article 23 of decree-law 124/2019, which had been abrogated upon conversion into law, represents a reference), https://ec.europa.eu/info/system/files/com-2021-344_annexe_en.pdf
2https://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/comitato_schede.pdf
3http://www.dt.mef.gov.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/analisi_progammazione/documenti_programmatici/def_2020/DEF_2020_Sez-I-Programma_di_Stabilitx.pdf
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