Agli innumerevoli danni collaterali scatenati dall’inflazione, si aggiunge l’aumento dei costi per il riscatto della laurea agevolato, il meccanismo che permette di trasformare il proprio corso di studi universitario in anni contributivi utili per raggiungere prima la data della pensione incrementando il montante contributivo.
Con l’aggiornamento dei minimi contributivi per il 2024 il rincaro passa da 5.776 e 6.076 euro per ogni anno completo da riscattare: un aumento corposo, che tuttavia resta più conveniente del 50% rispetto al riscatto ordinario.
In attesa dell’ufficializzazione dell’Inps dei costi 2024, aggiornati al netto dell’incidenza dell’inflazione, può essere utile conoscere i meccanismi per il riscatto di laurea e quali le differenze fra riscatto ordinario e agevolato.
Essendo considerata un’opportunità per colmare “i buchi” nella carriera formati durante gli anni degli studi, è essenziale che il periodo oggetto di riscatto non sia già coperto da contributi lavorativi, altrimenti sarà possibile riscattare soltanto gli archi di tempo nei quali non si stava lavorando. Un quadro preciso lo offre l’estratto conto contributivo, che riporta tutti i contributi previdenziali, compresi quelli dei “lavoretti” ai tempi dell’università. Il riscatto di laurea è possibile solo per chi sta lavorando, in cerca di lavoro e non iscritto ad alcuna forma obbligatoria di previdenza, senza limiti di età.
Difficile poter dire con certezza chi può anticipare la pensione grazie al riscatto, perché molto dipende dalla singola storia contributiva. In linea di massima, a chi ha iniziato a lavorare dopo i 30 anni, aggiungere anzianità contributiva tendenzialmente non serve: andrà in pensione con un requisito basato sull’età, come la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata contributiva. Al contrario, a chi si è laureato e ha trovato subito un’occupazione, il riscatto può servire ad anticipare il momento della pensione, perché gli anni di contribuzione in più possono servire a raggiungere prima il requisito di pensione anticipata.
Va da sé che il costo del riscatto è una questione temporale che per le lauree antecedenti al 1996 con 18 anni di contributi precedenti o fino al dicembre 2011, si applica il principio della “riserva matematica”, basato sulle ultime retribuzioni e l’anzianità contributiva. Dal 1996 va calcolato il sistema percentuale contributivo con l’aliquota in vigore presso la gestione (33% per i dipendenti), per l’imponibile previdenziale dell’ultimo anno. A titolo di esempio, riscattare quattro anni di università dopo il 1996, con reddito annuo di 30mila euro, equivale a 9.900 euro per ogni anno da riscattare (30.000x33%), ovvero 36.900 euro per riscattare un blocco di quattro anni.
Il costo del riscatto laurea agevolato prende, invece, come riferimento il minimale di artigiani e commercianti dell’anno di presentazione della domanda moltiplicato per l’aliquota del fondo pensioni dipendenti, che tenendo per buono l’esempio di prima portano la somma a 6.076 euro, quindi 23.304 euro per i quattro anni, il 50% in meno rispetto all’ordinario. Gli oneri di riscatto si possono versare utilizzando il sistema “pagoPa” in unica soluzione o a rate fino ad una durata massima di 10 anni/120 rate.
Per avere un quadro preciso della propria posizione e dei costi del riscatto, sul portale Inps è presente una nuova versione del simulatore ad uso gratuito: non è richiesta alcuna registrazione e i risultati sono calcolati sulla base dei dati inseriti in forma anonima, quindi da considerare orientativi. Per avere stime più precise è consigliabile rivolgersi ai servizi Inps che si basano sui dati personali presenti negli archivi.
Come precisa il sito dell’Inps, è possibile riscattare: i diplomi universitari, i cui corsi non siano stati di durata inferiore a due e superiore a tre anni; i diplomi di laurea i cui corsi non siano stati di durata inferiore a quattro e superiore a sei anni; i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni. Inoltre i dottorati di ricerca; i titoli accademici introdotti dal decreto n. 509/1999, ovvero Laurea, al termine di un corso di durata triennale e Laurea Specialistica, al termine di un corso di durata biennale propedeutico alla laurea.
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