Maschio, di età compresa fra 40 e 49 anni e un’occupazione non meglio precisata. Calma: non è l’identikit di un serial-killer ricercato dalle polizie di mezzo mondo, ma il profilo tipo dell’inquilino insolvente, così come tracciato da una recente ricerca del portale “SoloAffitti”.
Un’indagine che ha acceso la luce su un fenomeno che nel nostro Paese sembra in preoccupante crescita: il 62% degli inquilini italiani è in ritardo con il pagamento della locazione, mentre uno su due abbandona l’appartamento senza saldare gli arretrati. Il 31,7%, come accennato prima, indica nel moroso-tipo l’uomo di mezza età, ma in compenso la tendenza cala in modo vistoso fra i giovani sotto i 30 anni (1,8%) e risale leggermente al 6,3% raggiungendo la fascia degli over 70. Detto in altre parole: i giovani sono più onesti dei padri e perfino dei nonni.
La morosità è legata in modo direttamente proporzionale alla rata di affitto: più questa è bassa, maggiore è l’incidenza di chi non versa la rata. Per essere ancora più precisi, il massimo grado di insolvenza – pari al 63,9% - si concentra sulla fascia di affitti inferiori ai 500 euro mensili, mentre scende al 6,3% fra quanti versano dai 750 al mese in su. Passando l’analisi sul piano storico, considerando gli ultimi dieci anni, ogni immobile in affitto ha ospitato una media di 4,7 inquilini diversi, costati ai proprietari quasi 10 mensilità (più le spese di condominio) proprio per via della morosità, a cui aggiungere un po’ meno di 2000 euro fra solleciti e sfratti. E per un immobile che dovrebbe produrre 500 euro di affitto al mese, 6.800 di perdite in 10 anni non sono di poco conto.
Per questo, tutto sommato si ritengono fortunati i proprietari che riescono a tornare in possesso dell’appartamento affittato, anche a costo di rimetterci qualche mensilità. Ma non sono affatto rari i casi in cui l’occupazione dell’immobile da parte dell’inquilino moroso prosegue imperterrita, costringendo il proprietario a ricorrere all’intervento di un giudice per poi avviare una procedura di sfratto tramite un avvocato, con tutti i costi annessi.
Per finire con il 36,5% dei casi in cui il proprietario si trova di fronte ad un inquilino moroso nei confronti del quale ha dovuto avviare azione di sfratto, procedura che ha il potere di concludere solo una piccola parte delle procedure avviate: sono numerosi gli inquilini morosi che, al momento della notifica dell’avvio della procedura di sfratto da parte del proprietario o durante il procedimento, liberano spontaneamente l’immobile senza preavviso trovando una sistemazione diversa. Motivo per cui gli sfratti emessi ogni anno in Italia sono sempre molto pochi (meno di 50.000 nel 2019, ultimo anno disponibile nelle statistiche del Ministero dell’Interno), perché anche se avviati, sono rari i casi in la procedura arriva realmente a conclusione: l’inquilino che ha smesso di pagare l’affitto libera l’immobile di fronte all’intervento del giudice.
Dati che all’apparenza sembrano fare a pugni con la conclamata carenza di appartamenti in affitto del nostro Paese, salita lo scorso anno del 229%. “Le case in realtà ci sarebbero: sono oltre 6 milioni gli immobili residenziali di proprietà di persone fisiche potenzialmente destinabili all'affitto, ma uno dei motivi per i quali i 30% di questi immobili vengono tenuti sfitti risiede proprio nel timore dei proprietari di incappare in inquilini morosi. Una paura che si è acuita negli ultimi anni, come conseguenza del blocco degli sfratti attuato nel periodo covid”, ha spiegato Silvia Spronelli, Ceo di SoloAffitti.
A livello di città, Roma si conferma la maglia nera della giungla degli affitti, con un 35% di affittuari in perenne ritardo sui pagamenti e il 20% di inquilini morosi. La situazione non migliora neanche a Torino, dove una media del 12% degli affittuari paga il canone in ritardo, mentre cala a Milano (6% di ritardatari e 3% di morosi) e a Firenze (3% di ritardatari).
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