Come già più volte evidenziato, la Pandemia di Covid-19 è sopraggiunta in un momento storico in cui era già evidente e condivisa la necessità di adattare l’attuale modello economico verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale.
La conseguente crisi economica ha spinto l’Unione Europea a formulare una risposta coordinata a livello sia congiunturale, con ingenti pacchetti di sostegno all’economia adottati dai singoli Stati membri, sia strutturale, in particolare con il lancio a luglio 2020 del programma Next Generation EU (NGEU). L’obiettivo di quest’ultimo è quello di rendere l’Europa più verde, digitale e resiliente.
Green Deal e digitalizzazione rappresentano due punti di notevole importanza per Italia e Germania, che coltivando le loro relazioni economiche e sociali puntano ad uscire insieme dalla crisi.
Durante il XV Forum economico Italo-Tedesco il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha ribadito l’intenzione di procedere su un percorso di sviluppo rapido, inclusivo e sostenibile attraverso la condivisione dello stesso obiettivo strategico rappresentato dal completamento del percorso di integrazione europea.
In tal senso, è doveroso ricordare che il NGEU intende promuovere una robusta ripresa dell’economia europea all’insegna della transizione ecologica, della digitalizzazione, della competitività, della formazione e dell’inclusione sociale, territoriale e di genere.
Il pilastro della transizione verde discende dal doppio obiettivo dell’Unione europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55 per cento rispetto allo scenario del 1990 entro il 2030. Le tempistiche di attuazione costituiscono un elemento essenziale affinché il tutto si possa svolgere nel modo esatto. In merito, infatti, è intervenuto il Premier precisando che i tempi devono esser ambiziosi, ma compatibili con le capacità di adattamento delle economie nazionali.
La sostenibilità per le imprese costituisce un elemento essenziale per la crescita, ma ciò che spaventa la maggior parte sono i costi di transizione, il 47 per cento infatti teme effetti negativi sui costi sostenuti. Diversa è la percentuale sulla sostenibilità, l’80 per cento delle imprese, infatti, sostiene che attraverso l’utilizzo di tecnologie sostenibili possa ottenere una sostanziale crescita dei guadagni. I dati emergono da uno studio effettuato da Ahk Italien, Camera di Commercio Italo-Germanica, e Porsche Consulting.
Nel pianificare e realizzare la transizione, è essenziale assicurarsi che questa avvenga in modo equo ed esclusivo, attraverso piani strategici e di sostegno, in particolare nei confronti delle piccole e medie imprese.
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