13 settembre 2024

Si allarga il blocco degli adempimenti per i liberi professionisti

Fra i tanti emendamenti al DDL Lavoro all’esame della Camera, uno riguarda l’estensione del differimento delle scadenze fiscali anche nei casi di parto, malattia o infortuno del figlio minore

Autore: Germano Longo
È risaputo: un professionista non deve sottostare ai cartellini da timbrare e gode di maggiore libertà – almeno all’apparenza – ma quando si ritrova imbrigliato negli inconvenienti della vita, che sia un infortunio, una malattia o un ricovero improvviso, tutto si trasforma in un lancio senza paracadute e in perfetta solitudine. A parte la compagnia del Fisco, a cui nulla importa del resto, se non chiedere e pretendere tasse e balzelli.

Un risvolto che nel 2019 un gruppo bipartisan di deputati ha preso a cuore, culminato con il differimento delle scadenze fiscali per malattia o infortunio entrato nella Legge di Bilancio 2022.

Parafrasando le parole di Neil Armstrong ‘un piccolo passo per dei politici, un passo enorme per l’umanità dei professionisti’, nel tentativo di accorciare di qualche centimetro la profonda disparità di trattamenti e tutele fra chi è un dipendente e chi invece lavora in proprio. Una profonda sproporzione che era diventata ancora più macroscopica nel periodo del Covid, concluso con la resa senza condizioni di 305mila partite Iva nel solo 2020.

Ora Andrea de Bertoldi, deputato in forza a FdI e componente della Commissione Finanze della Camera - uno dei reduci della squadra di deputati bipartisan - ha deciso di allargare il perimetro della protezione anche nei casi in cui l’infortunio, l’incidente o la malattia riguardi i figli minori delle professioniste.

“Ritengo che supportare il ruolo delle casse di previdenza dei liberi professionisti significa non solo garantire la tenuta previdenziale, ma anche incentivare la crescita delle libere professioni tra i giovani. Certamente, come evidenziato anche dalla relazione del presidente Oliveti, il problema demografico e dell’invecchiamento dei professionisti non va sottovalutato. A tal fine ritengo sia necessario allargare le tutele di welfare per i professionisti italiani onde rendere la libera professione appetibile anche ai più giovani. In quest’ottica, continuo la mia battaglia per allargare l’influenza della normativa sul differimento termini per malattia ed infortunio dei professionisti, che nel DDL Lavoro dovrebbe contemplare anche la malattia dei figli minori. La politica sia, quindi, al fianco dei professionisti e delle loro casse previdenziali per continuare a beneficiare di quel plusvalore che le professioni liberali garantiscono al sistema economico italiano da sempre”.

Nel dettaglio, l’emendamento approvato in Commissione Lavoro alla Camera nel corso dei lavori per la prossima manovra finanziaria, prevede che la decorrenza dei termini degli adempimenti verso la P.A. sarà sospesa dall’ottavo mese di gravidanza fino al trentesimo giorno successivo al parto o all’interruzione della maternità. Allo stesso modo, la protezione si estende anche al professionista costretto a interrompere la propria attività lavorativa da cause di forza maggiore che riguardino sé stesso o un figlio minorenne che ovviamente ha diritto di precedenza su tutto.

In pratica si modifica la legge n. 234/2021 introducendo la sospensione automatica della scadenza di un termine tributario per l’adempimento di una prestazione a carico del cliente da parte del libero professionista nei 60 giorni successivi all'evento.

“Esprimo grandissima soddisfazione per l'approvazione del mio emendamento, che rappresenta un’ulteriore conquista per i liberi professionisti italiani - ha commentato de Bertoldi - è un traguardo di cui vado fiero, anche perché può costituire un significativo impulso alla promozione della natalità nel settore del lavoro autonomo”.

Diversi gli emendamenti approvati dalla Commissione Lavoro alla Camera, fra cui la proposta, firmata dal presidente della commissione Walter Rizzetto, che rende inapplicabile la disciplina del termine previsto per il contratto a tempo determinato a lavoratori in mobilità, disoccupati, svantaggiati o molto svantaggiati. Approvato anche l’emendamento secondo cui in caso contratto di lavoro a tempo indeterminato, è possibile superare il limite di 24 mesi nelle somministrazioni a termine senza che questo determini l’automatica trasformazione in rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Il DDL dovrebbe arrivare all’esame dell’Aula il prossimo 23 settembre.
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