23 settembre 2021

Sindacati: a rischio 100mila posti di lavoro entro fine anno, servono interventi rapidi

Nella fase attuale non è possibile consentire la perdita dei posti di lavoro, eppure, affinché questo non accada servono interventi rapidi dall’esecutivo. I sindacati e le Agenzie per il Lavoro chiedono modifiche normative affinché 100mila lavoratori non rimangano senza occupazione

Entro il prossimo 31 dicembre 100mila lavoratori in somministrazione rischiano di rimanere senza occupazione. Gli attualmente occupati a cui ci si riferisce sono tutti quei soggetti che, in considerazione della fase di rilancio dell’economia e al fine di garantire la continuità occupazionale, sono stati assunti a tempo indeterminato dalle agenzie del lavoro e inviati a tempo determinato in un’azienda che è definita dalla norma con un termine, a parere generale, poco consono: azienda “utilizzatrice”.

L’articolo 8, comma 1-bis, decreto-legge n. 104/2020 (c.d. “Decreto Agosto”) stabiliva che “nel caso in cui il contratto di somministrazione tra l’agenzia di somministrazione e l’utilizzatore sia a tempo determinato l’utilizzatore può impiegare in missione, per periodi superiori a ventiquattro mesi anche non continuativi, il medesimo lavoratore somministrato, per il quale l’agenzia di somministrazione abbia comunicato all’utilizzatore l’assunzione a tempo indeterminato, senza che ciò determini in capo all’utilizzatore stesso la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, senza che ciò determini in capo all’utilizzatore stesso la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il lavoratore somministrato. La disposizione di cui al periodo precedente ha efficacia fino al 31 dicembre 2021.”

Anche questa volta, la voce dei sindacati arriva forte e chiara. Una norma poco adatta rischia di aumentare nuovamente la disoccupazione mettendo a rischio non solo la fine del rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2021 ma anche la continuità occupazionale di tutti quei lavoratori assunti in somministrazione determinata a 24 mesi. L’allarme viene esposto non solo dai sindacati, ma anche dalle Agenzie per il Lavoro che richiedono interventi normativi rapidi.

In precedenza, a seguito di un incontro, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si è dimostrato disponibile per la modifica della norma ma ancora nulla di concreto. Secondo le parti, il tempo trascorso senza alcun riscontro, dimostra che l’urgenza della questione è poco considerata.
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