30 settembre 2024

Spoofing, la cyber-truffa di chi si finge un’altra persona

I crimini informatici dilagano ed è in preoccupante ascesa un metodo messo in atto dopo aver creato un rapporto di fiducia con le vittime. IMG Direct ha studiato un pulsante di allarme che consente verifiche in tempo reale

Autore: Germano Longo
È un’equazione infallibile di questi anni: più la tecnologia cresce e pretende di gestire le nostre esistenze, più quelli brutti e cattivi studiano nuovi modi per approfittarne.
Lo spauracchio del nuovo millennio sono gli attacchi informatici, reati che ormai hanno quasi preso il posto dello scippo e della rapina, malefatte antiche, rischiose e obsolete. Ora sottrarre denaro al prossimo è solo una questione di programmi e algoritmi, e l’elenco che si arricchisce ogni giorno di nuovi modi di rubare da remoto, senza neanche correre il rischio di essere beccati. Fra i tanti possibili, fra l’altro tutti con nomi che sembrano nuove discipline del fitness, uno dei più recenti è lo “Spoofing”.

Nulla di simpatico: è un modo anglofono di definire una tecnica di falsificazione dell’identità. In pratica, qualcuno che tramite contatto telefonico, sms o email si finge una persona altamente fidata e comunque un interlocutore attendibile, che tenta di carpire la fiducia di qualcuno con un solo e unico obiettivo: mettere mano a informazioni riservate e dati bancari, sottrarre denaro o diffondere “malware”, un software maligno in grado di assumere il pieno controllo di un dispositivo.

Lo scorso anno, secondo “CERTFin”, iniziativa pubblico-privata per aumentare la gestione dei rischi informatici, il 15% delle cyber-truffe in Italia rientrava nella definizione di spoofing, con un aumento del 13% in più rispetto all’anno precedente. Per poche decine di euro, sul mercato sono disponibili software che sostituiscono l’identificativo del chiamante permettendo di copiare quello della banca e ingannando così la buona fede chi è dall’altro capo del telefono, ed è convinto di parlare con la propria banca.

“Ecco perché bisogna ripetere come un mantra la seguente frase: qualsiasi banca non vi chiederà mai aiuto per una transazione. E soprattutto, non vi chiederà mai dati di cui è già in possesso”, aggiunge Lisa Di Bernardino, vicequestore ed esperta in cyber-truffe. È bene ricordare anche che il numero verde di una banca non è abilitato a fare chiamate ma solo a riceverle e le forze dell’ordine non mandano mail e tantomeno chiedono di pagare sanzioni pecuniarie. Un’attenzione particolare va soprattutto ai bonifici istantanei, che non andrebbero mai fatti perché una volta trasferito il denaro è molto difficile recuperarlo.

Un fenomeno preoccupante a cui il gruppo bancario olandese “ING Direct” ha dedicato i propri sforzi fino a trovare un modo per essere d’aiuto ai propri clienti in modo semplice, efficace e immediato. Presentata di recente, la nuova funzione dell’App è chiara fin dal nome scelto: “È davvero ING?”, esattamente il dubbio che assale chi si ritrova alle prese con una telefonata o una email in cui si chiedono le credenziali bancarie per completare delle fantomatiche operazioni. A quel punto sarà sufficiente aprire l’App ING e premere il pulsante per verificare la chiamata ed essere certi che all’altro capo ci sia davvero la banca o un malintenzionato. A togliere ogni perplessità, pochi secondi dopo, sarà un semplice messaggio.

“Il nostro obiettivo è quello di eliminare qualunque dubbio in tempo reale e di diffondere la cultura della verifica - ha aggiunto Damiano Zanisi, chief information officer di Ing Italia – il pulsante anti-frode è già in funzione da metà agosto e finora sono stati effettuati oltre 100mila utilizzi e un centinaio erano telefonate di potenziali truffatori. L’invito che facciamo è: fidati ma verifica perché le truffe si stanno moltiplicando, e questa funzione è un passo in avanti per chiudere qualche porta ai ladri che sono vere e proprie organizzazioni criminali. Dal web e dai social pescano dati e notizie che ci riguardano e vanno all’attacco inventando situazioni finte per sottrarre soldi. In quel caso bisogna subito chiudere la chiamata”.

E non basta ancora, perché secondo gli esperti in futuro le cose potrebbero perfino peggiorare grazie – si fa per dire – all’Intelligenza Artificiale, che già si teme possa realizzare “spedizioni massicce, verticali e diversificate di messaggi, dopo aver raccolto nel dark web informazioni e notizie che ci riguardano”.

Le contromisure? Oltre a cambiare spesso le password, è bene non installare mai App che arrivano da fonti non conosciute, evitare proposte di guadagni facili e immediati e rifiutare di trasferire del denaro da un conto all’altro in cambio di soldi.
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