Dopo averlo annunciato a inizio anno, nel corso di una riunione tecnica con una cinquantina fra associazioni di categoria ed enti, il ministro Salvini ha riacceso i riflettori sulla proposta di un “Piano salva-casa” annunciando che al Mit è in fase di preparazione una bozza di norme destinate a regolarizzare quelle che sono definite “piccole difformità”, primo passo di una profonda riforma strutturale dell’edilizia. Un modo, secondo il vicepremier, per dare una scossa al mercato immobiliare, come più volte richiesto dal settore, snellendo anche la mole di lavoro arretrato degli uffici comunali. Secondo molti altri, un abile tentativo del leader leghista di toccare corde su sui gli italiani sono molto sensibili, alla ricerca del consenso politico in vista dell’importante tornata elettorale europea. Un annuncio che ha colto di sorpresa anche la premier Meloni: “Salvini mi ha accennato qualcosa diverso tempo fa. Poi, ho visto che ha ribadito che sta lavorando a questa norma, ma non la conosco, non sono in grado esprimere giudizio. Ho letto il comunicato del ministero dei Trasporti che parla di sanare piccole difformità interne, cioè se hai alzato un tramezzo per fare due stanze dove ce n’era una. Se è questo parliamone, è ragionevole, ma non posso commentare una norma che non ho letto”.
La “Pace edilizia”, secondo le stime del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, riguarderebbe una platea vastissima, pari a circa l’80% del patrimonio immobiliare italiano, e l’obiettivo è quello di regolarizzare le difformità strutturali interne alle singole abitazioni, superando una volta per tutte le tante incertezze interpretative della normativa vigente per consentire a migliaia di proprietari di sanare piccole modifiche - come tramezzi, soppalchi, finestre e nicchie - attese da decenni per poter regolarizzare le modifiche, e spesso sufficienti per bloccare una vendita, vista la differenza fra le planimetrie esistenti e l’organizzazione interna degli spazi. In pratica, una norma che consentirà di sanare le modifiche interne di appartamenti che ormai non corrispondono più alle planimetrie sul numero di vani e, così come la ristrutturazione di immobili che risalgono a prima degli anni Cinquanta, del tutto privi di documentazione, oggi quasi impossibile.
L’obiettivo dichiarato è di tutelare i piccoli proprietari immobiliari che spesso attendono da decenni la regolarizzazione della loro posizione, finiti in un limbo che non permette di ristrutturare o vendere la propria casa, mentre nell’ottica della semplificazione e dell’efficienza amministrativa si prevede anche di intervenire sulle procedure amministrative per garantire ai cittadini risposte certe in tempi brevi. “Condividiamo la decisione di intervenire con un provvedimento d’urgenza nel breve periodo per sanare le lievi irregolarità che non danneggiano l’interesse pubblico e i cittadini, ma serve una legge di riordino del sistema per chiarire in primis il confine del rapporto stato-regione - ha commentato a ItaliaOggi Stefano Betti, vicepresidente Ance con delega ad edilizia e territorio - oggi più che mai c’è la necessità di rivedere un sistema normativo che, partendo dalla legge del 1942 fino ad arrivare al Dpr 380, è stato concepito in un periodo in cui la logica delle città era quella dell’espansione. Oggi ci sono nuove sfide da affrontare a cominciare dal consumo del suolo e servono strumenti normativi che non siano obsoleti. Ben venga dunque l’intervento annunciato dal ministro Salvini, che risolve un problema già molto complesso, ma abbiamo bisogno di ulteriori interventi per non restare indietro”.
Tecnicamente, si tratta di eliminare la doppia conformità, un duplice requisito che prevede da una parte modifiche coerenti alle regole in vigore tante negli anni in cui sono state realizzate e dall’altro che siano uniformate a quelle attuali. Secondo la legge, è consentita una tolleranza costruttiva con variazioni limitate al 2%: se tutto sommato sufficiente nel caso di costruzioni recenti, rappresenta una percentuale del tutto scarsa per gli immobili più vecchi, per cui la proposta è di alzare la tolleranza al 5%.
Prevista anche una norma per semplificare i cambi di destinazione d’uso degli immobili fra categorie eterogenee: “Milioni di immobili che potrebbero essere rimessi sul mercato liberando gli uffici tecnici comunali da centinaia di migliaia di pratiche giacenti in alcuni casi da 40 anni e facendo ripartire il mercato immobiliare”, ha commentato il vicepremier Salvini.
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