Ieri 10 luglio la Lapet è stata audita presso le Commissioni riunite Finanze della Camera dei deputati e Senato della Repubblica, sull’atto di governo n.170. “Siamo onorati e ringraziamo per l’invito rivolto alla nostra Associazione, al fine di partecipare a questa audizione sul tema riguardante disposizioni fiscali di particolare interesse quali l’adempimento collaborativo e il concordato preventivo biennale. Ci permettiamo al contempo di suggerire alcune modifiche alla luce delle novità sulla Certificazione infedele e la ricerca attraverso il regime opzionale di un maggior numero di soggetti che aderiscano all’adempimento collaborativo” si legge nella prefazione del documento depositato dalla associazione. E, tra le prime osservazioni, il presidente nazionale Roberto Falcone, prendendo atto che anche questa volta sono stati esclusi tra i soggetti abilitati a fornire la certificazione, i professionisti, ed in particolare i Tributaristi di cui alla legge 4 /2013, ritiene che l’inclusione dei Tributaristi iscritti in libere Associazioni di cui alla Legge 4/2013, e il conseguente ampliamento della relativa platea dei soggetti legittimati a fornire la certificazione necessaria per poter beneficiare dell’adempimento collaborativo, possa portare un beneficio anche all’Amministrazione Finanziaria, che può disporre di un ulteriore soggetto qualificato, con cui collaborare per il puntuale adempimento degli obblighi tributari. Inoltre, è fuor di dubbio, che vi sia un beneficio per il consumatore finale che vede applicata all’erogazione dei servizi professionali, la tanto auspicata disciplina della concorrenza fortemente voluta dall’Unione Europea.
Per quanto riguarda l’art. 3 rubricato, modifiche alla disciplina del concordato preventivo biennale, “da una verifica tra i nostri Associati, e il confronto con altre categorie professionali, abbiamo riscontrato poco appeal per l’istituto in oggetto. – ha aggiunto Falcone - Il legislatore può verificare facilmente che gli impianti legislativi, oberati da troppe condizioni, poca adesione hanno avuto da parte dei contribuenti”.
Ricordando che è in corso di esame per la sua approvazione proprio la normativa sull’intelligenza artificiale, per i tributaristi sarebbe stato forse più opportuno, attendere la conclusione dell’iter legislativo della stessa, e delegare alle relative elaborazioni dell’IA, la pratica applicazione del concordato preventivo biennale. Con l’intelligenza artificiale, e la volontà politica di applicarla come strumento di ausilio dell’Amministrazione Finanziaria, la stessa può essere un eccellente strumento ai fini dell’incrocio dei dati in possesso del fisco. Anche l’azzeramento dell’uso del contante risolverebbe molti problemi di lotta all’evasione. Questo provvedimento dovrebbe essere altresì affiancato dall’azzeramento delle commissioni bancarie per i pagamenti elettronici. In definitiva, “riteniamo il concordato preventivo biennale un buon istituto, ma che difficilmente avrà successo nel tessuto economico italiano, e rimarchiamo l’importanza dell’intelligenza artificiale e la limitazione dell’uso del contante come due capisaldi per la lotta all’evasione” ha ribadito Falcone.
Per quanto riguarda l’art 2 che tratta della modifica alla disciplina degli adempimenti tributari, per renderli più efficienti e meno onerosi, l’associazione in linea con la lotta sempre perseguita per la semplificazione degli adempimenti tributari, non può che esprimere vero compiacimento. Ulteriore osservazione sulle nuove scadenze fiscali, “ribadendo che al fine di evitare la solita rincorsa alle proroghe di scadenze si suggerisce, come ormai andiamo proponendo da anni, di unificare le scadenze di presentazione delle dichiarazioni fiscali nell’unico termine al 31 dicembre dell’anno successivo al periodo d’imposta di riferimento. Ciò determina semplificazione ed impossibilità di richiedere proroghe ulteriori” insiste il presidente.
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