7 febbraio 2025

Bonus cultura: la riforma è stata veramente un bene?

Autore: Angela Taverna
Un tempo era il Bonus 18app, poi si è sdoppiato diventando Carta Cultura Giovani e Carta del Merito. Il bonus cultura ha cambiato veste e sostanza, ma senza produrre i risultati sperati. Dei 190 milioni stanziati, solo 108 sono stati spesi.

Il bonus da 500 euro, originariamente concepito per avvicinare i giovani alla cultura, aveva un ambito di applicazione ristretto. Con il tempo, ha finito per includere ambiti applicativi più disparati: spettacoli teatrali, libri, biglietti per musei e mostre, corsi di musica, teatro, lingue straniere, nonché abbonamenti periodici e quotidiani.

L’abolizione della 18app e l’introduzione delle nuove carte hanno modificato le modalità di accesso:
  • la Carta Cultura Giovani è destinata ai diciottenni con ISEE familiare inferiore a 35.000 euro;
  • la Carta del Merito è riservata a chi consegue la maturità con 100/100.
Entrambe prevedono un valore di 500 euro, ma con vincoli di spesa diversi da quelli originariamente previsti.

Le perdite - Le perdite si attestano su più categorie: libri, cinema, musica, spettacolo. Basti pensare che nel 2023 il numero di beneficiari si è ridotto a 117.699, con conseguenze precise sui dati e sugli importi spesi, praticamente dimezzati.

Nelle audizioni tenutesi in VII Commissione Cultura, le associazioni di settore avevano evidenziato la necessità di monitorare gli effetti della riforma e, se necessario, apportare correzioni. Tuttavia, le proposte di emendamento all’art. 6 del decreto sono state rifiutate.

Il presidente dell’AIE, Innocenzo Cipolletta, ha definito tali stroncature più politiche che tecniche, auspicando l’apertura di una finestra di dialogo con il Governo.

La critica alla riforma - La principale critica riguarda l’aver trasformato il bonus in un sussidio sottoposto a condizioni gravose, aumentando la difficoltà di accesso alla misura e impostandola come se fosse qualcosa da meritare, anziché un incentivo economico pensato per avvicinare i giovani alla cultura.

Ciò che sorprende è la controtendenza italiana rispetto alle politiche culturali adottate negli altri Paesi europei. In Spagna, con il Bono Cultural Joven, e in Germania, con il Kulturpass, il bonus viene concesso senza particolari requisiti. Diverso è il caso della Francia, dove il Pass Culture, introdotto nel 2021, è stato successivamente ridimensionato, proprio come è avvenuto in Italia, poiché la scarsa delimitazione delle categorie di spesa ha compromesso la realizzazione degli obiettivi, permettendo un uso improprio del denaro.

In conclusione possiamo affermare con certezza che a perdere sono i giovani con possibilità economiche limitate e tutto il comparto cultura, che da tale incentivo riceveva un significativo afflusso di risorse. Occorrerà vedere se l’esecutivo deciderà di cambiare rotta, ma per ora non vi è nulla che lasci presagire un cambio di impostazione.
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