12 gennaio 2019

L’Ue rafforza la lotta alle frodi Iva

Autore: Ester Annetta
Già lo scorso 2 ottobre 2018, col Regolamento 1541/2018, la Commissione Europea ha approvato alcune modifiche al Regolamento 904/2010 che disciplina la cooperazione amministrativa tra i Paesi dell’Unione Europea in materia di lotta alle frodi Iva.

Tali novellate norme sono finalizzate a consentire alle Autorità amministrative degli Stati membri di combattere più incisivamente le frodi Iva transfrontaliere, mediante un rafforzamento dei preesistenti strumenti di cooperazione amministrativa, introducendo, tra l’altro, anche nuove forme di collaborazione con altri organismi come l’Olaf (Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode) e l’Europol (Ufficio Europeo di Polizia).

Le suddette misure - destinate in gran parte ad applicarsi a decorrere dal 1° gennaio 2020 – comprendono, sinteticamente:
  • la previsione (art. 28) che, ai fini dello svolgimento di una indagine amministrativa finalizzata ad accertare la corretta imposta dovuta da un Paese membro, i funzionari appartenenti a Stati diversi possano svolgere costituire una Joint Audit, cioè possano prendere parte congiuntamente all’indagine, e con gli stessi poteri, formando un unico gruppo di lavoro con i funzionari del Paese in cui l’indagine viene svolta, sotto la direzione di quest’ultimo (il Regolamento 904/2010 prevedeva già la possibilità che un’Autorità fiscale richiedesse ad un’altra di dare avvio a un’indagine amministrativa, consentendo ai funzionari dello Stato richiedente di essere presenti durante l’indagine, ma non permetteva loro di esercitare alcun potere di controllo). Inoltre, lo Stato cui viene trasmessa una richiesta motivata di iniziare un’indagine amministrativa da parte di almeno due Paesi, non potrà rifiutarsi di svolgerla, salvo il caso in cui disponga già delle informazioni richieste (e nei casi generali previsti al Capo XV, ad esempio, nel caso in cui la richiesta comporti un onere amministrativo eccessivo per lo Stato interpellato o la sua legislazione non consenta di svolgerla);
  • un rafforzamento dei poteri di “Eurofisc” (la piattaforma europea di scambio di informazioni, istituita nel 2010, con lo scopo di consentire alle Amministrazioni fiscali di scambiarsi notizie mirate all’intercettazione tempestiva dei fenomeni fraudolenti), cui viene ora consentito anche il trattamento e l’analisi delle informazioni ed il coordinamento di eventuali azioni di follow-up, grazie all’implementazione da parte della Commissione Europea di nuovi applicativi informatici quali il TNA (Transaction Network Analysis, software di analisi che gli Stati membri potranno utilizzare su base volontaria a partire da quest’anno e che, procedendo all’elaborazione congiunta dei dati e delle informazioni scambiate all’interno di Eurofisc, consentirà un’individuazione più rapida delle catene di frode);
  • lo scambio di informazioni tra Eurofisc, Olaf (l’organismo impegnato nel contrastare le frodi, la corruzione e qualsiasi attività illecita lesiva degli interessi finanziari dell’Unione Europea) ed Europol (l’organismo impegnato nella lotta alle forme gravi di criminalità internazionale e terrorismo), al fine di incrociare dati e notizie utili a identificare i veri autori delle frodi Iva, le loro reti e gli effettivi beneficiari.

Il quadro così delineato si completa ora, con un nuovo intervento, che, tra l’altro, comporta un coinvolgimento diretto di Professionisti, associazioni economico-professionali, centri di ricerca, università e privati cittadini, chiamati ad esprimersi in pubblica consultazione.

La Commissione Europea, lo scorso 12 dicembre 2018, ha, difatti, proposto l’adozione di nuove norme dirette a migliorare le strategie di la lotta contro le frodi in materia di IVA nel commercio elettronico, migliorando la cooperazione tra le autorità fiscali degli Stati membri e i prestatori di servizi di pagamento.

Sui testi delle relative proposte, i soggetti sopraindicati, fino al 15 febbraio 2019 potranno fornire osservazioni e commenti, utilizzando un apposito Form disponibile sul sito del Dipartimento delle Finanze.

Nello specifico le due proposte consistono:
  • la prima (COM(2018)812), è una proposta di Direttiva che intende modificare la Direttiva IVA 2006/112/CE, introducendo la richiesta di alcuni requisiti per i prestatori di servizi di pagamento. L’obiettivo è, appunto, quello di rafforzare la cooperazione tra gli stessi e le autorità fiscali, dal momento che è stato accertato che il 90% degli acquisti online degli acquirenti europei viene effettuato per il tramite di un intermediario che prende parte nell'operazione (un prestatore di servizi di pagamento), mediante l’utilizzo di bonifici, addebiti diretti in conto e pagamenti con carte. Tale intermediario è, dunque, in grado di fornire alle autorità fiscali un quadro completo degli acquisti online ed aiutarle a monitorare la conformità agli obblighi in materia di IVA relativamente alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi nel commercio elettronico;
  • la seconda (COM(2018)813) è una proposta di Regolamento che intende modificare il Regolamento Ue n. 904/2010 in tema di misure finalizzate alla raccolta armonizzata, da parte degli Stati membri, della documentazione resa disponibile per via elettronica dai prestatori di servizi di pagamento.

La proposta prevede l’istituzione di un nuovo sistema telematico centrale per l’archiviazione delle informazioni sui pagamenti e per il trattamento esclusivo da parte dei funzionari antifrode degli Stati membri che aderiscono ad Eurofisc.

Tale sistema (denominato "CESOP") - come si legge nella Relazione illustrativa della proposta - sarebbe in grado di aggregare per beneficiario tutte le informazioni sui pagamenti pertinenti ai fini dell'IVA trasmesse dagli Stati membri e consentirebbe di ottenere un quadro completo dei pagamenti che i beneficiari (ossia le imprese) hanno ricevuto da pagatori (ossia consumatori che effettuano acquisti online) nell’UE.
Riconoscerebbe, dunque, eventuali registrazioni multiple della stessa operazione di pagamento, pulirebbe le informazioni ricevute dagli Stati membri (ad esempio eliminando duplicati, rettificando o segnalando errori, ecc.), consentirebbe ai funzionari di collegamento di Eurofisc di effettuare un controllo incrociato tra i dati relativi ai pagamenti e le informazioni sull’IVA scambiate a norma del Regolamento (UE) n. 904/2010 e conserverebbe le informazioni solo per il periodo di tempo necessario alle amministrazioni fiscali per svolgere controlli sull’IVA.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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