23 dicembre 2022

Commercialisti: sottostimato il ritorno finanziario del 110%

Autore: Redazione Fiscal Focus
La Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato il documento di ricerca “L’impatto economico del Superbonus 110% e il costo effettivo per lo Stato dei bonus edilizi”, che, tramite l’analisi dati relativi ai bonus edilizi e al superbonus 110%, ricostruisce la metodologia applicata dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS) nelle stime degli effetti di finanza pubblica dei bonus edilizi e presenta una stima alternativa del costo lordo per lo Stato e dell’effetto fiscale indotto dal superbonus 110% che tiene conto dell’impatto che il superbonus esercita sul settore edile e sull’economia in generale.

In particolare, il documento dimostra che l’effetto fiscale indotto dagli investimenti correlati al superbonus 110% è pari al 43,3% del costo lordo per lo Stato. In pratica, per ogni euro speso dallo Stato in bonus edilizi, ne ritornano sotto forma di maggiori imposte 43,3 centesimi, così che il costo netto per lo Stato è pari a 56,7 centesimi, mentre nelle Relazioni Tecniche ai diversi provvedimenti di legge, secondo il modello RGS, il ritorno stimato è pari a non più di 5 centesimi ed il costo netto diventa di circa 95 centesimi.

Il superbonus, nonostante il costo elevato, ha un ritorno finanziario per le casse pubbliche non indifferente nonché molto più alto di quello stimato. A questo occorre aggiungere gli effetti positivi sull'occupazione e sul reddito di famiglie e imprese, essenziali per il rilancio sia del comparto edilizio ma anche dell’intero Paese nel suo insieme, pesantemente colpito dall’emergenza epidemiologica da Covid e in ultimo dal conflitto russo-ucraino.

Dopo un’analisi del costo dei bonus edilizi per lo Stato, il documento presenta un modello alternativo per valutare gli effetti positivi che ne derivano, in particolare, in termini di maggiori entrate fiscali.

L’ipotesi chiave, alla base del modello, è che per il calcolo del maggior reddito prodotto dall’economia e delle maggiori entrate incassate dallo Stato, bisogna tenere conto dell’intero effetto moltiplicativo della spesa aggiuntiva generata dal superbonus 110% e, soprattutto, dalla possibilità di optare per lo sconto sul corrispettivo e la cessione del credito, in alternativa alla detrazione in dichiarazione.

Con i dati a disposizione, ossia quelli dell’Enea e dell’Agenzia delle Entrate, il documento stima per il 2021 una spesa agevolata pari a poco più di 55 miliardi di euro, di cui circa 27 miliardi imputabili ai bonus ordinari e 28,3 miliardi al superbonus 110%. Inoltre, la ricerca dimostra che il costo lordo per lo Stato, solo per il 2021, è stato, in realtà, più alto di oltre 21 miliardi di euro, mentre l’effetto fiscale indotto, che simula le maggiori entrate per lo Stato, è stato pari a quasi 12 miliardi di euro determinando in tal modo un costo netto aggiuntivo per lo Stato di circa 9,5 miliardi di euro.

Il Superbonus ha, quindi, generato uno straordinario effetto espansivo, incidente per il 15% sulla crescita complessiva, che si è tradotto in un altrettanto straordinario effetto propulsivo sul gettito fiscale. I dati relativi al 2022 sembrerebbero indicare un’espansione fino a un triplo di quanto accaduto nel 2021 con effetti, molto probabilmente, fortemente impattanti sul bilancio dello Stato.

Il tesoriere del Consiglio nazionale dei commercialisti con delega all’area fiscale che ha coordinato il gruppo di ricercatori estensori del documento, Salvatore Regalbuto, ha affermato: “Questo documento offre dati e considerazioni tecniche che potranno essere d’ausilio al decisore politico per individuare in modo obiettivo un credibile punto di caduta nel dibattito sul futuro del superbonus e permettere valutazioni adeguate e scevre da posizioni preconcette, in merito all’utilizzo delle detrazioni fiscali quale strumento a supporto di politiche economiche e di sostenibilità ambientale che presentano impatti estremamente rilevanti per il sistema economico delle imprese e delle famiglie, oltre che per il bilancio dello Stato. L’auspicio è che si possa rendere strutturale il superbonus, e in quest’ambito sono da accogliere favorevolmente gli interventi tesi a ridurre la percentuale di detrazione che, oltre a rendere più sostenibile la misura, innescano anche il necessario contrasto di interessi tra imprese e committenti, evitando così ingiustificati rialzi dei prezzi nel comparto dell’edilizia. Se la volontà sarà quella di garantire una maggiore stabilità dell’agevolazione, per incentivare l’avvio di nuovi interventi sarà comunque necessario che l’aliquota della detrazione resti comunque allettante e che siano confermate le opzioni alternative per lo sconto in fattura e la cessione del credito. Altrettanto importante, infine, è che si giunga ad una profonda semplificazione del quadro normativo di riferimento, preservando e valorizzando l’importante ruolo di garanzia dell’interesse pubblico svolto dai professionisti in varia misura coinvolti nel processo stesso”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy