“Le dichiarazioni del Segretario della CGIL Maurizio Landini ci lasciano sconcertati per la leggerezza e il pressappochismo con i quali sono state pronunciate e che non sono degne di un rappresentante sindacale nazionale”. Il presidente ANC Marco Cuchel condanna fermamente le parole di Landini, secondo il quale i commercialisti non hanno titolo ad interloquire con il governo sulla riforma fiscale perché non assolvono ai loro doveri di contribuenti. “Cominciamo col dire che la nostra categoria, dati alla mano, contribuisce all’erario come gli altri cittadini, in ragione del proprio reddito. Oltre a pagare le nostre tasse, guidiamo i contribuenti all’assolvimento di questo dovere, e tra questi vi sono per certo anche iscritti al suo sindacato. Ricordo poi che, per un Paese che ha un’impellente necessità di semplificazione ed efficientamento in materia di fisco (anche per combattere l’evasione), il contributo di portatori di competenze è fondamentale. Si può costruire un ponte solo con le leggi, senza gli ingegneri? La giungla di norme fiscali che negli anni si sono affastellate, sovrapponendosi e a volte contraddicendosi, generando confusione nei contribuenti e ampi spazi per elusione ed evasione, non è stata certo scritta o chiesta dai commercialisti, la cui fatica quotidiana è rappresentata principalmente nell’adempiere puntualmente al dettato normativo e non nell’aggirarlo. Gran parte del nostro lavoro consiste nello spiegare le norme fiscali ai contribuenti, perché nessun altro si pone il problema di farlo e cosa della quale non ci dovrebbe neanche essere bisogno, in un Paese civile. Evidenza di questo ce l’ha data, nella stessa occasione dell’assemblea di ieri, anche la leader dell’opposizione Schlein, la quale ha ribadito l’importanza delle nostre competenze nella modernizzazione del Paese. Ora, per la prima volta, qualcuno ha finalmente compreso che da noi non si può prescindere, e questo siamo grati al Governo Meloni e al Ministero competente, dal quale ci attendiamo un proficuo seguito a questo promettente inizio”.
“Come sindacato ci sentiamo particolarmente colpiti dalle parole di Landini” prosegue Cuchel “perché siamo lavoratori al pari di tutte le forze produttive del Paese, con la stessa dignità e lo stesso diritto al riconoscimento della fatica con cui ogni giorno contribuiamo allo sviluppo della collettività. Anzi, come categoria conosciamo il precariato, non abbiamo certezze e tutele in un quadro economico difficile, subiamo, come tanti, la concorrenza al ribasso, piaga che affligge anche i salariati. Non vediamo pertanto la necessità di creare inutili e dannose contrapposizioni quando ci sarebbe bisogno di unitarietà. Non so se il Segretario sia stato informato che l’evento di ieri era all’insegna del doloroso ricordo delle colleghe e dei colleghi che hanno perso la vita in circostanze tragiche, vittime di criminali, solo perché stavano svolgendo il proprio dovere di professionisti”.
“Ci aspettiamo dal Segretario Landini” conclude il Presidente “un cenno di smentita o un chiarimento di quanto le agenzie hanno riportato, o delle doverose scuse ad una categoria che merita solo rispetto da questo Paese”.
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