Creare un luogo d’incontro, di studio e di confronto tra tutti i più importanti esponenti delle istituzioni, del mondo professionale e accademico che si occupano di Enti pubblici, puntando a esprimere indirizzi e orientamenti a supporto di tutti gli operatori in materia di enti locali e società partecipate da amministrazioni pubbliche. È con questi fini che nasce l’Osservatorio Enti Pubblici e società partecipate insediatosi ieri a Roma nella sede del Consiglio nazionale dei commercialisti.
All’Osservatorio, coordinato da Davide Di Russo, partecipano - oltre al Consiglio nazionale dei commercialisti, rappresentato dai consiglieri nazionali delegati alla materia Cristina Bertinelli e Giuseppe Venneri – esponenti del MEF, Ministero dell’Interno, ABI, ANCI, IFEL, Utilitalia, Unioncamere, nonché della Magistratura, dell’Università e delle professioni. Questo l’elenco dei componenti: Giancarlo Astegiano, Filippo Barbagallo, Salvatore Bilardo, Harald Bonura, Marco Castellani, Antonio Colaianni, Giordano Colarullo, Luigi Di Marco, Rinieri Ferone, Andrea Ferri, Roberto Garofoli, Bernardo Giorgio Mattarella, Tommaso Miele, Veronica Nicotra, Luciano Panzani, Francesca Palisi, Alessandro Pettinato, Riccardo Ranalli, Cinzia Simeone, nonché – in qualità di uditori – Daniela Rota e Stefano Bocchino.
“L’Osservatorio nasce con l’obiettivo di far sedere allo stesso tavolo i principali e più autorevoli protagonisti di tematiche che questo Consiglio nazionale reputa strategiche non solo per la nostra categoria, ma per l’intero Paese”, ha affermato il presidente Elbano de Nuccio. “In particolare – ha spiegato - questo Osservatorio avrà due linee di intervento. Da un lato, una funzione propositiva e suppletiva attraverso la formulazione di proposte da sottoporre all’attenzione del mondo politico per intervenire in termini correttivi rispetto a norme già esistenti e, dall’altro, conferire sempre di più competenze tecniche distintive e specialistiche ai commercialisti”. “Una formazione specialistica – ha proseguito – non solo da indirizzare ai professionisti, ma anche da mettere a disposizione delle istituzioni in generale”.
“Tre sono i temi su cui l’Osservatorio dovrà immediatamente impegnarsi – ha continuato il presidente –. Il primo aspetto è legato all’interazione tra il Testo Unico delle società a partecipazione pubblica (TUSP) e il Codice della crisi d’impresa. Il secondo aspetto riguarda l’introduzione della contabilità economico-patrimoniale all'interno degli enti locali, un passaggio che va guidato e non subito. Terzo tema è quello della funzione dell’organo di revisione, che rappresenta una grande sfida al fine di creare un’armonia tra le previsioni del codice della crisi, della normativa di settore nell’ambito dell’attività di controllo degli enti locali e l'aspetto penale che riguarda il profilo della responsabilità”.
I tre temi – ha spiegato il coordinatore Davide Di Russo - sono riconducibili alle aree di intervento che verranno a plasmare la struttura dell’Osservatorio. “La prima – ha detto – è quella, in generale, delle società partecipate da amministrazioni pubbliche, la seconda ha l’obiettivo di supportare l’implementazione della contabilità economico patrimoniale nel settore pubblico, la terza concerne la riforma del Testo unico sugli enti locali (TUEL). L’obiettivo, sul fronte delle società pubbliche, è quello di fornire un contributo per superare i punti controversi che caratterizzano l’interpretazione del TUSP. Quanto agli enti locali, l’ambizione è quella di favorire il recepimento della contabilità economico- patrimoniale (che deve essere vista come un’opportunità più che un adempimento). Da questo punto di vista, i commercialisti, che hanno nel DNA questo tipo di contabilità, potranno dare il proprio contributo. Analogo ausilio possiamo offrire nella modifica del testo unico sugli enti locali, e in particolare sulla disciplina dei revisori, che richiede qualche aggiustamento per quanto riguarda, per esempio, il profilo formativo, così da supportare gli oltre 40.000 commercialisti iscritti nell’Elenco dei revisori degli enti locali e assicurare un livello sempre maggiore di professionalità al servizio di questa funzione”.
De Nuccio, infine, ha posto l’attenzione sul tema dei compensi degli organi delle società a controllo pubblico. “Tanti – ha concluso – chiedono che il “DM compensi” consenta al comparto societario pubblico di competere per assicurarsi le migliori professionalità, e quindi superare l’attuale situazione, che costringe a riconoscere compensi non superiori all’80% di quelli del 2013”.