Contenuta nella legge delega per la riforma fiscale, la scelta di puntare sulla dichiarazione precompilata anche per i redditi delle imprese e dei lavoratori autonomi trova conferma nell’atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale 2023-2025 firmato dal MEF e trasmesso al Senato il 23 maggio scorso.
“Fin dal suo debutto nel 2015 non abbiamo mai creduto nell’operazione precompilata” afferma Marco Cuchel Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti “e oggi nei confronti dell’intenzione del Governo di proseguire su questa strada prevedendo di estendere la precompilata praticamente a tutti i redditi non possiamo mancare di esprimere la nostra profonda contrarietà”.
“In questi anni” spiega il Presidente Cuchel “i dati che la dichiarazione 730 precompilata ha fatto registrare ci hanno dato ragione, evidenziando una percentuale di adesione da parte dei contribuenti interessati molto contenuta, a fronte delle importanti risorse che sono state investite dal Paese, con l’impegno quindi dell’intera collettività, sia sul piano economico sia sotto il profilo delle professionalità utilizzate, per mettere in piedi e far funzionare il sistema. Per l’anno 2021 su oltre 23 milioni di modelli predisposti sono stati poco meno di un milione quelli accettati e inviati senza modifiche”.
Anche la precompilata iva, che ha debuttato in via sperimentale lo scorso febbraio (periodo d’imposta 2022) per una platea di 2,4 milioni di partite iva, non sembra destinata a riscuotere un maggiore successo, anzi semmai il suo utilizzo può ritenersi di fatto nullo, se si considerano anche i registri iva precompilati il cui utilizzo è quasi inesistente e i cui errori, che non mancano neppure per lo stesso 730, sovente determinano danni erariali considerevoli.
Non c’è solamente il problema dei costi/benefici che dovrebbe essere comunque opportunamente considerato dal legislatore, a preoccupare c’è anche l’idea evidentemente distorta di semplificazione alla base di tutta l’operazione precompilata, che finisce per generare inutili complicazioni, che gravano sull’intera collettività.
Non si può prendere a pretesto la semplificazione per stravolgere la funzione e il ruolo dell’Amministrazione finanziaria, alla quale evidentemente non si può pensare di affidare l’attività di consulenza a favore del cittadino contribuente, nei confronti del quale alla stessa sono delegate le attività di controllo e di accertamento.
“Non si tratta di un aspetto di poco conto” spiega il Presidente Cuchel “in questo caso, la distinzione e il rispetto dei ruoli sono alla base di un qualunque sistema fiscale che si possa definire improntato ai principi di democraticità e trasparenza”.
“Siamo convinti” conclude Cuchel “che alla stagione delle precompilate sia opportuno mettere fine, ciò di cui infatti i contribuenti, così come i professionisti che li assistono, hanno necessità non è di ricevere la dichiarazione pronta bensì di avere a disposizione tutti i dati che li riguardano e che sono in possesso dell’Amministrazione finanziaria. Solamente questa può essere la strada da percorrere per una vera compliance nel rispetto anche delle previsioni contenute nel PNRR”.
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