14 ottobre 2020

FNC: impatti della pandemia su immobilizzazioni materiali ed immateriali in ottica OIC e IAS

Autore: Mattia Gigliotti
Nell’informativa periodica della Fondazione Nazione dei Dottori Commercialisti, rilasciata nella giornata di ieri, viene riportata l’attenzione su alcuni temi che potrebbero essere passati inosservati nei mesi precedenti.

In particolare, si ricorda che il 16 luglio 2020 l’OIC ha pubblicato in consultazione una bozza di comunicazione1 riguardante la possibilità di modificare il metodo di ammortamento delle immobilizzazioni materiali ed immateriali. Le consultazioni sono terminate il 15 Settembre e a breve potrebbe essere rilasciata la versione definitiva della comunicazione, tuttavia è importante ragionare su questa possibilità anche in virtù di ciò che è stato introdotto in sede di conversione del Dl Agosto.

Come sappiamo, infatti, per il bilancio 2020, o meglio per quello in corso alla data di approvazione del decreto, è stata introdotta la possibilità per le imprese di sospendere l’ammortamento di tutte o di una parte delle immobilizzazioni, al fine di dare rappresentazione in bilancio alla chiusura degli impianti produttivi verificatasi durante la fase di lockdown.

Accanto a questa possibilità le imprese, tuttavia, sono obbligate a destinare una quota dell’utile a riserva indisponibile e, qualora questo non fosse sufficiente, ad utilizzare le riserve disponibili in bilancio o addirittura gli utili degli anni successivi. Oltre a questo, risulta necessario dare anche adeguata informativa in Nota, spiegando le ragioni che hanno portato alla sospensione nonché illustrando gli effetti sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria d’esercizio che tale deroga ha generato.

La comunicazione OIC di luglio, o meglio la Bozza, in attesa della versione definitiva, offre una possibilità alternativa a quella della sospensione totale degli ammortamenti che potrebbe risultare, in virtù dell’obbligo di destinare a riserva indisponibile una quota di utili, particolarmente ostile ai soci.

La modifica del metodo di ammortamento, utilizzando quindi un metodo per unità di prodotto piuttosto che a quote costanti, potrebbe, per le imprese che effettivamente durante l’anno hanno dovuto sospendere la propria attività e di conseguenza hanno visto ridurre le quantità annuali prodotte, rappresentare una scelta parimenti efficace, in termini di impatti economici sul bilancio, ma notevolmente meno onerosa in termini di obblighi procedurali.

Anche in capo alle società che si avvalgono della modifica del metodo di ammortamento, tuttavia, ricadono alcuni obblighi informativi, come l’esposizione in Nota:
  • delle ragioni del cambiamento;
  • del criterio di determinazione degli effetti del cambiamento di stima ed il metodo utilizzato in tale determinazione;
  • dell’effetto del cambiamento e la relativa incidenza fiscale.

Altro tema da tenere a mente per gli IAS adopter riguarda invece le influenze della pandemia sull’impairment test delle attività immobilizzate. Le società che redigono il bilancio secondo i principi contabili internazionali non possono godere della sospensione degli ammortamenti introdotta in sede di conversione del decreto, tuttavia, come evidenziato in un Discussion Paper pubblicato dall’OIV nel luglio del 20202, molte società potrebbero essere chiamate ad effettuare l’impairment test delle immobilizzazioni in bilancio, essendo esso richiesto ogniqualvolta vi siano fattori esterni o interni che possano causare potenziali perdite di valori.

Indubbiamente il Covid-19 raffigura un sintomo di una possibile perdita di valore, tuttavia non è detto che tutte le società abbiano effettivamente subito un impatto. Tra i consigli più rilevanti che l’OIV ritiene che i redattori di bilanci IAS debbano tenere in considerazione in sede di impairment vi sono i seguenti:
  • la stima del valore recuperabile in condizioni di crisi richiede competenze specialistiche adeguate in quanto in un contesto di valuation uncertainty maggiore è il rischio di errore valutativo;
  • in condizioni di crisi è più probabile che si manifesti il rischio di management bias. L’esperto deve assumere un atteggiamento professionalmente critico (professional skepticism) nei confronti dell’informazione prospettica fornita dal management senza tuttavia coltivare la presunzione che si tratti necessariamente di informazione distorta. Dal processo valutativo seguìto dovrebbe emergere come il management ha “sfidato” l’informazione di fonte manageriale con riguardo alla ragionevolezza;
  • la crisi – pur avendo natura globale e sistemica – ha colpito con diversa intensità i diversi settori di attività e le diverse imprese all’interno dei relativi settori (anche in relazione al loro posizionamento competitivo). La ragionevolezza dei risultati dell’impairment test deve essere valutata anche in relazione alle evidenze dei settori più gravemente colpiti dagli effetti negativi della crisi (e degli effetti da questi indotti, quali ad esempio la flessione del prezzo del petrolio);
  • la ragionevolezza dei risultati dell’impairment test trae origine principalmente dalla bontà dell’analisi fondamentale a supporto del test. L’assenza di validi riferimenti di mercato (in termini di multipli di transazioni comparabili o di società quotate comparabili) favorirà il ricorso al valore d’uso ai fini della stima dell’impairment test;
  • poiché gli effetti della pandemia possono ritenersi transitori e non permanenti è consigliabile catturare gli effetti sul fronte dei flussi di risultato anziché tramite un incremento nel tasso di sconto.

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1“Modifica del metodo di ammortamento delle immobilizzazioni materiali e immateriali”, Bozza di Comunicazione, OIC, 16 Luglio 2020
2“Linee guida per l’Impairment test delle attività immobilizzate”, OIV, Luglio 2020
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