In questi giorni, i contribuenti che hanno beneficiato della proroga dei versamenti degli acconti d’imposta per l’anno 2020 al 30 aprile 2021 stanno ricevendo “a pioggia” avvisi da controllo automatizzato di cui all’art. 36-bis del D.P.R. n. 600 del 1973, per la pretesa di sanzioni e interessi sui versamenti presuntivamente tardivi di Acconti Irap per l’anno 2020, ancorché regolarmente versati alla scadenza dettata nelle reiterate proroghe determinate dall’emergenza Covid-19.
Inoltre, occorre evidenziare che gli avvisi di irregolarità stanno arrivando anche ai contribuenti che hanno correttamente compilato in dichiarazione il quadro sugli aiuti di stato.
“Siamo di fronte all’ennesima situazione nella quale il contribuente, nel ritenere che siano stati commessi errori dal proprio intermediario, lamenta le notifiche di continue comunicazioni d’irregolarità” dichiara il Presidente ANC Marco Cuchel “Evidentemente, le proroghe disposte dal legislatore non sono state immesse nel sistema dei controlli automatizzati, pertanto gli avvisi di irregolarità sono partiti, creando il consueto disorientamento nel contribuente il quale, di conseguenza, si rivolge al proprio professionista incaricato, che a sua volta si illude di risolvere e ricorre al canale CIVIS e motiva la richiesta di annullamento allegando tutti i riferimenti normativi relativi alle proroghe”.
Con il CIVIS, oltre ai citati limiti dei sistemi informatici, si aggiungono altre ben note mancanze. Alcuni Uffici, infatti, dispongono l’accoglimento dell’istanza con l’annullamento della Comunicazione d’irregolarità, altri respingono le istanze con la richiesta di: “presentare la documentazione all’ufficio di competenza insieme all’istanza”. Ci si chiede quale sia la documentazione da presentare, se stiamo all’assunto, di cui l’Amministrazione si fa vanto, che l’Agenzia delle Entrate è ormai in possesso di tutti i dati fiscali tanto da poter elaborare le dichiarazioni precompilate. Perché mai il contribuente dovrebbe ripresentare dei documenti già in possesso dell’Amministrazione Finanziaria? Esistono infatti precise norme che vietano alla PA di richiedere ai cittadini documenti che sono già in suo possesso, un principio questo che trova conferma nella legge delega per la riforma fiscale.
“Siamo alle solite” conclude Cuchel “contribuenti vessati da un sistema rigido e diffidente e intermediari de-qualificati, soggetti per l’ennesima occasione a lavorare al doppio a causa di inefficienze che l’Agenzia si rifiuta di riconoscere. Confortati anche dalla recente ripresa di un proficuo dialogo con le istituzioni e tenuto conto del fatto che nella stessa legge delega in materia fiscale è presente il riferimento alla necessità di dare concretezza ad un nuovo rapporto tra cittadini e amministrazione finanziaria, chiediamo che su questi limiti e queste mancanze venga una volta per tutte fatta luce, così da poterle affrontare e risolvere, anche con il nostro contributo di operatori sul campo”.
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