La prudenza valutativa è un principio fondamentale che governa la contabilità aziendale e la formazione dei bilanci al fine di consentire a soci, terzi creditori e mercati finanziari di essere considerati accurati, affidabili e degni di fiducia. Attraverso la prudenza valutativa, i bilanci rappresentano in modo veritiero profitti e perdite e, più in generale, la situazione finanziaria e la performance aziendale, evitando di sovrastimare componenti positivi e sottostimare componenti negativi. È bene chiarire che non esistono, di per sé, valutazioni prudenti. Esistono valutazioni “fatte bene” o valutazioni “fatte male”. Una valutazione è, in sintesi, fatta bene quando segue una logica razionale per la sua determinazione, adottando assunzioni concettualmente accettabili e producendo un valore coerente sotto forma di metrica monetaria che segue un processo di stima corretto.
Sarà questo il tema al centro del convegno “La prudenza nelle valutazioni aziendali” che si terrà il 20 marzo a Roma, dalle 10:00 alle 13:00, presso la Sala Matteotti della Camera dei deputati, in Piazza del Parlamento 19.
I lavori saranno introdotti dai saluti dell’Onorevole Paolo Barelli, presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera e dell’Onorevole Chiara Tenerini, capogruppo di Forza Italia in Commissione lavoro alla Camera. Dopo di loro interverranno il professore Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti; il dottor Sandro Raimondi, procuratore della Repubblica di Trento; il professore Giovanni Barbara della Libera Università Mediterranea “Giuseppe Degennaro”; il Senatore Mario Turco, membro della Commissione Finanze e tesoro del Senato; il professore Edgardo Ricciardello dell’Università Alma mater di Bologna. Concluderà i lavori il Senatore Filippo Melchiorre, Vicepresidente della Commissione Finanze e tesoro del Senato di Fratelli d’Italia. Il convegno sarà moderato da Giovanni Parente, giornalista del Sole 24 ore.
Nel corso dei lavori sarà oggetto di particolare attenzione la regola del Business judgment rule, in forza della quale, in sede di accertamento delle responsabilità civili e penali degli amministratori, il giudice non può sindacare il merito delle scelte gestorie, ma deve limitarsi a verificare la corretta procedimentalizzazione del processo decisionale seguito dagli amministratori.
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