A poche ore dalla doppia scadenza del 30 novembre (pagamento imposte 2023 e seconda rata della rottamazione), coloro i quali hanno intenzione di saldare il loro debito con l’erario, avranno non poche difficoltà a reperire la liquidità necessaria alla regolarizzazione della propria posizione fiscale.
Già in occasione dell’incontro del settembre scorso con il Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, tra le criticità che incontrano i professionisti economici e, più diffusamente, i contribuenti italiani, l’Associazione Nazionale Commercialisti aveva rappresentato anche le pesanti difficoltà relative ai termini di pagamento della c.d. rottamazione quater, tornando poi a richiamare l’attenzione sull’argomento anche di recente.
Alle difficoltà, inoltre, determinate dal già breve intervallo di tempo (un solo mese) che divide le prime due rate della rottamazione, si aggiunge la coincidenza con i termini di pagamento del secondo acconto delle imposte autoliquidate.
È una situazione per la quale i cittadini contribuenti, alle prese, loro malgrado, con una precarietà economica crescente, non possono essere posti nella condizione di dover scegliere se onorare il pagamento del secondo acconto delle imposte oppure se rinviarlo, con conseguente aggravio di future sanzioni, per dare seguito al versamento della seconda rata della definizione agevolata, il cui spirito, è bene ricordare, dovrebbe andare nella direzione di favorire la pace fiscale.
“Ci rendiamo conto” sostiene il Presidente dell’ANC Marco Cuchel “che il pagamento delle rottamazioni andrebbe a beneficio delle risorse disponibili per la legge di bilancio, ma occorre tenere presente che non si può pensare di soffocare le aziende per incassare una rata, compromettendo così il futuro di molte realtà produttive. Per questo torniamo a chiedere una necessaria proroga”.
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