“Nel riscontrare l’ennesimo sterile tentativo di estendere la competenza ad apporre i visti di conformità tributari a soggetti non ordinistici, il Consiglio Nazionale si è già attivato con i vertici delle Istituzioni interessate ricevendo rassicurazioni che, com’è naturale che sia, queste attività professionali permangano nella sfera di esclusiva dei Commercialisti, soggetti sottoposti alla vigilanza del Ministero della Giustizia, a cogenti obblighi deontologici, all’obbligo di assicurazione, a codificati percorsi di formazione professionale continua”. È quanto afferma il Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio, in risposta all’ordine del giorno presentato da alcuni parlamentari e che, alla luce delle rassicurazioni ricevute, appare destinato a non avere alcun impatto normativo tangibile.
“L’attività di certificazione tributaria, peraltro ampiamente prevista anche nella Legge Delega di riforma del sistema tributario” – continua de Nuccio – “richiede che il professionista, a cui si delegano attività di estrema delicatezza anche nell’interesse pubblico, sia in condizione di offrire adeguate garanzie che solo il presidio degli Ordini professionali possono assicurare”. “Anche per questo” – conclude – “nell’ambito del percorso che porterà all’attuazione della Legge Delega, dialogheremo con gli interlocutori istituzionali affinché tali garanzie siano ulteriormente rafforzate, confermando esclusive che pongano il Commercialista al centro del progetto di riforma del sistema tributario. Il nostro è un approccio che evita la politica degli annunci, che non pone problemi ma trova soluzioni”.
Nella giornata di ieri il Consiglio Nazionale, in vista della scadenza del termine per la presentazione di emendamenti alla Legge Delega, prevista per venerdì prossimo, ha elaborato alcune proposte con l’obiettivo di fornire un ulteriore e costruttivo contributo al dibattito parlamentare in corso.
Le proposte spaziano dall’istituzione del Garante nazionale del contribuente, dalla richiesta di abrogazione del contributo per l’ammissibilità delle istanze di interpello, all’estensione del regime forfettario ai redditi di partecipazione in società di persone e associazioni, alla possibilità, in via opzionale, di determinare con criteri di cassa il reddito delle società tra professionisti, alla revisione della disciplina IVA, anche sanzionatoria, in caso di errori di fatturazione o di applicazione dell’imposta in misura superiore a quella effettiva, al potenziamento degli effetti premiali connessi alla c.d. cooperative compliance, alla previsione della possibilità della trattazione in presenza delle udienze anche in caso di controversie demandate al giudice monocratico.
“Sono proposte che tendono a migliorare ulteriormente l’attuale impianto della Legge Delega e confidiamo che possano trovare accoglimento” afferma Salvatore Regalbuto, Tesoriere del Consiglio nazionale con delega alla fiscalità. “In particolare riteniamo molto interessante l’istituzione del Garante Nazionale del contribuente, che sia dotato di autonomia organizzativa ed economica, per rendere più incisiva la figura di garanzia prevista dallo Statuto dei diritti del contribuente”. “Di altrettanta importanza – prosegue - riteniamo la proposta, che già inserimmo nel nostro programma di mandato e proponemmo alle forze politiche nella fase preelettorale a settembre 2022, dell’ampliamento dell’attuale regime forfettario anche in caso di partecipazione a società di persone, associazioni professionali e imprese familiari. Riteniamo, infatti, che l’attuale formulazione normativa rappresenti un incentivo alla disaggregazione che, con opportuni accorgimenti tecnici, possa essere superato”. “Anche una maggiore certezza delle regole per rendere effettiva e neutralità la detraibilità dell’IVA è una proposta di cui si avverte particolare necessità nell’ordinamento” conclude Regalbuto “così come appaiono ampiamente condivisibili la determinazione opzionale per cassa del reddito prodotto dalle STP, il potenziamento degli effetti premiali dell’adempimento collaborativo e la possibilità di mantenere le udienze in presenza in caso di controversie anche innanzi al giudice monocratico al fine garantire a pieno un adeguato contradditorio anche in sede giurisdizionale”
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