La "
tesi di forza maggiore" in diritto è un principio legale che giustifica l'impossibilità di una persona o un'
impresa di adempiere a un obbligo, come il pagamento di una
somma di denaro o il rispetto di un contratto, a causa di eventi straordinari e imprevedibili fuori dal loro controllo. In pratica, la forza maggiore viene invocata per spiegare l'incapacità di rispettare un impegno a causa di situazioni non controllabili che impediscono l'adempimento dell'obbligo (art. 1256 c.c.).
In questo specifico caso, la Corte ha dato il giusto peso a questa causa. Se un’impresa non riesce a pagare le
tasse perché non ha ricevuto i soldi che le doveva lo
Stato (nel caso di specie lo Stato non ha pagato l’impresa per anni, nonostante le dovesse crediti per oltre 50 milioni di euro), e se l’impresa può dimostrare di aver fatto tutto il possibile per risolvere la situazione (per esempio, facendo causa, cercando di riscuotere i soldi, chiedendo prestiti), allora non dovrebbe essere punita con sanzioni o interessi.
In sostanza, la Corte ha confermato che ci sono due cose che devono esserci per poter applicare questa forza maggiore:
oggettività (deve esserci una causa esterna e straordinaria che ha impedito all’impresa di pagare (come il fatto che lo Stato non l’ha pagata per anni) e
soggettività (l’impresa deve provare che fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità per evitare di non pagare, come cercare soluzioni legali o finanziarie). Se queste due condizioni sono presenti, l’impresa non deve pagare sanzioni o interessi (
Sentenza 987/2023).