1 dicembre 2012

ARRIVANO I FORCONI

A cura di Antonio Gigliotti

Cari colleghi, c’è ancora bufera nella nostra categoria. Uno scompiglio destinato a generare caos nei nostri studi già stracarichi di lavoro. Come se non bastassero gli innumerevoli adempimenti di cui ci hanno caricati, a intervenire in queste ore sono stati due tormentoni per nulla nuovi: il famigerato capitolo IMU e la cancellazione dall’Elenco dei revisori EELL.

Sull’IMU non possiamo che esprimere l’ennesimo sconforto e disgusto per quel che concerne le condizioni nelle quali ci costringono a lavorare. In realtà questo non può essere definito “lavorare”, bensì “brancolare nel buio”. L’Amministrazione Finanziaria, arrogante e prepotente, continua a scaricare sulla categoria una serie di adempimenti a costo zero, costringendoci a pagare i ritardi di altri enti, quali ad esempio i Comuni.

A ciò si aggiunge un ulteriore motivo di sdegno. Abbiamo fatto un giro di telefonate tra i colleghi di tutta Italia che ci hanno confermato come tutte le software house abbiano scaricato su di noi i ritardi nella pubblicazione delle delibere comunali inerenti le aliquote IMU. La stessa Assosoftware ha comunicato che, a seguito dei contatti avuti con l’IFEL, le aliquote IMU 2012, nel formato elaborabile, non saranno disponibili con le stesse tempistiche e dimensioni degli anni precedenti valide per l’imposta ICI. Ritardi dovuti alle nuove scadenze di approvazione delle aliquote comunali, che prevedevano il 31 ottobre come termine per la delibera comunale e il 30 novembre come limite massimo per la pubblicazione delle stessa.

Conseguentemente a un siffatto stato di cose, alcune case di software hanno rinunciato ad aggiornare le tabelle dei Comuni, invitando espressamente gli addetti ai lavori a inserire a mano le aliquote; mentre altre stanno aggiornando solo i Comuni e le aliquote principali; infine, altre ancora hanno inserito per la prima volta un disclaimer (assente ai tempi dell'Ici) con cui non si assumono alcuna responsabilità per eventuali errori, sollecitando noi commercialisti al confronto delle loro tabelle con le delibere comunali (8.000 circa!!!).

Cosa significa tutto ciò? Ebbene, che ancora una volta noi dobbiamo perdere tanto tempo a cercare le delibere (alcuni colleghi tecnicamente informati mi dicono che la banca dati IFEL non viene tempestivamente aggiornata ed è ancora under costruction) e a inserire i dati nei computer. Tutto ciò però non prima di aver letto e interpretato le delibere - scritte spesso coi piedi da maldestri funzionari comunali privi di ogni cultura non solo giuridico-tributaria - e poi spiegare il tutto ai nostri collaboratori di studio. Avete provato a leggerne qualcuna? I Comuni hanno lavorato di fantasia! A Roma, per esempio, si prevede un’aliquota agevolata per i fabbricati strumentali per l'esercizio dell'impresa, ma solo i C/1 e i D/8 e solo per il primo fabbricato. E gli A/10 usati dai professionisti o dalle società di servizi? Nessuna risposta. Se consideriamo che tutto questo poi obbligherà a chilometriche dichiarazioni Imu cartacee da spedire via raccomandata, mi vengono i brividi!

Se si dovesse davvero procedere lungo tale via (come sembra), assisteremo a una moltiplicazione dei costi, che peraltro resteranno a nostro carico così come anche le sanzioni che potrebbero derivare da eventuali errori.

Ora, considerato che nessuna proroga sembra esserci alla scadenza del 17 dicembre, a causa di esigenze inderogabili di bilancio, mi chiedo se sia possibile che le problematiche create da altri debbano sempre ricadere su di noi.

E passiamo ora all’altro punto, quello dell’Elenco dei revisori degli enti locali. In questi giorni migliaia di colleghi stanno ricevendo da parte del Ministero dell’Interno una comunicazione che cita testualmente:
Con la presente si comunica che, a seguito della verifica del possesso dei requisiti previsti dal decreto del Ministro dell'interno del 15 febbraio 2012, la Sua domanda di iscrizione all'Elenco dei revisori dei conti degli enti locali è stata esclusa in quanto:
- i crediti formativi dichiarati non risultano conseguiti per la partecipazione a corsi e/o seminari formativi attinenti alla materia di contabilità pubblica e gestione economica e finanziaria degli enti territoriali, ovvero detti crediti sono riferiti ad eventi dei quali non è stato indicato il relativo titolo. L'esclusione di tali corsi ha comportato il mancato raggiungimento di 15 crediti previsti dall'art. 4 del citato decreto richiesto come requisito per l'inserimento nell'elenco in sede di prima applicazione; che a causa della mancanza dei crediti formativi


Il problema è abbastanza chiaro, giusto? Trattasi dell’introduzione, con effetto retroattivo, delle regole per l’iscrizione al nuovo Elenco dei revisori dei conti degli enti locali. Il nostro Consiglio Nazionale, con nota informativa del 28 marzo 2012, forniva delle indicazioni per l’iscrizione nel richiamato elenco, che tantissimi colleghi si erano precipitati a seguire. Purtroppo però, quando mancavano soli pochi giorni allo scadere del termine della presentazione della domanda online, il Consiglio Nazionale, con l’informativa n. 59/2012, rettificava la precedente comunicazione, in quanto ciò che aveva suggerito il 28 marzo non era stato confermato dal Ministero. Nessuna azione a tutela degli iscritti è stata fatta successivamente, soprattutto per contestare una norma che aveva degli effetti retroattivi con il tragico finale che alcuni colleghi stanno vivendo in questi giorni.

Pertanto, anche in questa vergognosa occasione, mi chiedo dove fossero i nostri vertici. Cos’hanno fatto per tutelarci? Sono a conoscenza delle nostre reali difficoltà? Hanno capito che la base ha ben altri problemi e non è per nulla coinvolta, né interessata alla battaglia che si sta consumando nelle alte sfere della categoria? A questo punto, chi ci deve tutelare? A chi dobbiamo rivolgere il nostro disperato appello? Questa gente senza vergogna ci sta uccidendo come categoria e, prima ancora, come persone.

In definitiva, sapete cosa vi dico? Se questa è la nostra rappresentanza e tali sono i risultati del suo lavoro, allora forse possiamo anche farne a meno!

Noi, cari colleghi, dobbiamo iniziare a ribellarci perché non è assolutamente possibile lavorare in queste condizioni ed essere trattati in tal modo. Credo nell’opportunità di attuare forme di protesta che possano veramente far capire che non abbiamo più intenzione di fare i segretari a nessuno. Quindi se non si alzeranno voci a nostra tutela dall’alto delle cariche di categoria, allora ci organizzeremo dalla base, quella che li vive i problemi.

L’economista giapponese, Masaaki Imai, esperto nella gestione della qualità aziendale, sosteneva che "la cosa peggiore che una persona possa fare è ignorare o coprire un problema". A questo basso livello i nostri governanti di categoria ci hanno già portato, ora tocca a noi risollevarci.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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