10 settembre 2015

BUROCRAZIA E INGIUSTIZIE… SI MUORE

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

ancora una volta sono costretto a segnalare, con viva amarezza e profondo sconforto, che il nostro è un Paese dove solo i pesci grossi riescono a sopravvivere. Per quelli più piccoli, che sbaglino o meno, la vita è difficile, costantemente messa alla prova da uno Stato/padrone che non tutela, ma calpesta con cecità e arroganza.

Proprio nei giorni scorsi mi è capitato di leggere la drammatica storia di Giovanna Fornoni, cinquantasettenne barista di Redona, alla quale Equitalia ha chiesto il saldo di un debito pari a 130 mila euro. La donna intende pagarlo, senza alcuno sconto, ma allo stesso tempo pretende che lo Stato le riconosca il giusto. In che senso? Ebbene, la barista ha tre figlie, una delle quali beneficiaria di una pensione di invalidità pari 798,63 euro al mese perché affetta da disabilità psico-cognitiva. Questa pensione da qualche tempo è stata pignorata insieme a tutti i conti di Giovanna. In sostanza, lo Stato ha finora privato una giovane disabile (la figlia di Giovanna ha 26 anni) di un ammontare pari a 2.395,89 euro. Quando questa cifra verrà riconosciuta a sua figlia, Giovanna inizierà a versare il dovuto a Equitalia. Non prima. E mi pare giusto. Lo Stato non è nella posizione di procedere in questo modo nei confronti di un soggetto debole come si presenta, in maniera indiscutibile, la figlia della barista. Secondo l’Inps, inoltre, alla luce di quanto lo stesso istituto ha spiegato a Giovanna, tale procedura si è resa necessaria perché i soldi della ragazza arrivano sul conto della madre ed è quel conto a esser stato bloccato. L’amarezza aumenta!

Giovanna pagherà il suo debito, lo ha confermato. Verserà quanto dovuto, sottolineando di essersi trovata in una simile situazione non solo a causa di piccoli errori personali, quanto anche per via della crisi economica che ha caratterizzato gli ultimi anni. Pagherà, è certo. Ma sua figlia non deve essere toccata, sono già molte le difficoltà che deve affrontare, ci mancava il contributo burrascoso di un Stato incapace di comprendere i problemi dei cittadini!

Questo caso, amaro e raccapricciante, mette in mostra l'ennesima ingiustizia da parte di uno Stato che non distingue il vero peccatore dal povero disgraziato.

L’ho detto in passato e lo ripeto ora, in un Paese civile e democratico, attento ai più deboli, queste situazioni non dovrebbero verificarsi. Ma si sa, l’Italia è sempre più simile al Paese delle tasse e della burocrazia, dove se non si muore di vecchiaia, si perisce sicuramente di asfissia dovuta all’atmosfera opprimente e senza vie di fuga venutasi a creare ormai da qualche anno.

Arthur Bloch
, il famoso umorista statunitense, un giorno ha affermato che “se c'è una maniera di rimandare una decisione importante, la buona burocrazia, pubblica o privata, la troverà”. E il nostro Paese ne è ogni giorno un vivo esempio! Purtroppo!
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