25 giugno 2012

CARO DIRETTORE...

A cura di Antonio Gigliotti

Sempre più spesso dalla pagine di questo giornale ho invocato la necessità di avere ai vertici di qualunque organizzazione, delle persone capaci, concrete e che sappiano, quando si affronta una problematica, di cosa si stia parlando.
Cosa non affatto scontata, vedendo ciò che accade giornalmente nei vari settori, dalla politica alle varie associazioni per poi dare uno sguardo in casa nostra. Anche noi, nostro malgrado, siamo spettatori di un simile scenario.

Qualche giorno fa, in occasione della Festa del lavoro, manifestazione organizzata a Brescia dal Consiglio Nazionale del lavoro e della Fondazione studi, il direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera, partecipando ai lavori, dichiarava di avere delle perplessità sull'applicazione degli studi di settore ai professionisti, (e noi aggiungiamo, solo ai professionisti?) ribadendo la necessità che gli stessi studi tengano conto delle caratteristiche dell'attività svolta. Affermazione che accogliamo con grande soddisfazione, considerato che è da diversi anni che ribadiamo questo concetto.

Qualcuno direbbe "Meglio tardi che mai", ma la cosa che più mi lascia perplesso è la dichiarazione fatta dallo stesso direttore e riportata dai vari quotidiani, secondo il quale "gli Uffici periferici non applicano in modo automatico gli studi di settore, ma c'è sempre un contraddittorio tra le parti ".
Lo stesso poi ha continuato affermando che se venissero riscontrati "casi diversi" rispetto a quanto da lui affermato, questi devono essere segnalati con conseguente applicazione di sanzioni qualora venisse accertato che non si è seguita la procedura prevista.

Ora è certamente apprezzabile la dichiarazione del direttore Befera, ma purtroppo temo che lo stesso non ha ben chiara la realtà della periferia, e soprattutto come vengono condotti i contraddittori con gli Uffici.

Spesso capita, quando ci si reca a discutere per un contraddittorio con l'Ufficio, di trovare un muro davanti, e di avere l'impressione di parlare con qualcuno che non vuole o non può ascoltare, pur dando l’impressione di comprendere la situazione reale..
E allora mi chiedo, a cosa servono tutte queste dichiarazioni, se poi la realtà è completamente diversa?

Come è possibile fare certi proclami e poi imporre agli uffici degli obiettivi in termini di cassa da raggiungere?
Quando prevalgono esigenze di cassa, Caro Direttore abbiamo imparato che non c’è contraddittorio che tenga.

Il problema fra l’altro non è soltanto per gli studi di settore, ma anche per il redditometro vecchia versione, ad esempio (il nuovo non sappiamo ancora quando vedrà la luce …).
Il direttore ritiene che la situazione sia diversa?

Che tipo di contraddittorio ci può essere quando arriva un questionario al contribuente, secondo il quale, sulla base dei dati in possesso del Fisco, avresti dovuto dichiarare un reddito di gran lunga superiore a quello dichiarato, per il solo possesso magari di due automobili, una che oramai possiedi da diversi anni e che non avendo alcun valore commerciale piuttosto che regalarla la tieni e poi, per recarti al lavoro, avendo la necessità di avere un’auto sicura, ne hai comprato un’altra di modesta cilindrata?

E malgrado tu cerchi di spiegare, all’Ufficio, con tanto di documentazione a supporto, che in realtà il costo che hai sopportato per mantenere quelle due auto è abbondantemente inferiore a quanto esce dai calcoli “del programma ministeriale”...alla fine, scoraggiato e sfinito, devi arrenderti e tentare la strada del contenzioso o consigliare al cliente di pagare.
Che tipo di contraddittorio si può instaurare in tale circostanza?

Allora non sarebbe il caso, piuttosto che fare dichiarazioni certamente d'effetto, rendersi conto che in periferia, dove ci troviamo ad operare giornalmente, la situazione è molto diversa?

Caro direttore, in funzione di quanto sopra, Le chiedo di scendere a valle… potrà rendersi conto di come il contribuente ed il professionista che lo rappresenta, sono costretti a svolgere i vari “contraddittori”.
In realtà, spesso, non esiste contraddittorio ma una sole voce…, quella dell’ufficio..
Qualora vorrà fare questo sforzo tutti gliene saremmo grati.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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