15 gennaio 2013

CHI CONTROLLA I CONTROLLORI?

A cura di Antonio Gigliotti

Da quel che ricordo io, il tempo degli scrutini è il mese di maggio o quello di giugno, quando poi finalmente escono le pagelle e tra lacrime e gioie si può iniziare a progettare l’anno successivo, intervallato ovviamente da un meritato riposo estivo. Evidentemente questa non è la prassi utilizzata dagli 007 del FISCO, che stanno già profilando la sfilza di voti da attribuire ai contribuenti a partire dal più virtuoso finendo poi con quello sul quale si sono riscontrate le maggiori irregolarità. In ragione di ciò è molto probabile che domani la commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe Tributaria renda noto il proprio rapporto conclusivo, ossia una sorta di registro di classe nel quale la condotta fiscale di ciascuno di noi verrà giudicata. I bocciati andranno a costituire un nuovo elenco, vale a dire quello dei soggetti a rischio o, per utilizzare ancora una volta la terminologia scolastica, quelli che sono stati rimandati a settembre o dovranno ripetere l’anno.

A questo punto, accetto di buon grado qualsiasi forma di contrasto all’evasione, a patto però che il controllo condotto dallo Stato risulti trasversale e uniforme, prendendo altresì in considerazione le mancanze della Pubblica Amministrazione e giudicandole alla stregua di quanto avviene nei confronti dei contribuenti. La legge è uguale per tutti, anche se si rischia di ridurre siffatto principio in un proverbio popolare vero, ma non da rispettare necessariamente. Atteggiamenti per nulla avvezzi all’equità sono quelli che, a mio parere, emergeranno dall’applicazione del nuovo redditometro e dal relativo contraddittorio. Ai contribuenti, infatti, è attribuito l’onere della prova (con qualche dubbio dopo la recente sentenza), qualora i risultati derivanti dall’applicazione dello strumento dovessero evidenziare qualche irregolarità. Ebbene, siamo così sicuri che in fase di contraddittorio i contribuenti si troveranno innanzi a funzionari dell’Amministrazione Finanziaria realmente capaci e con un’adeguata preparazione, dal momento che ci giochiamo tutto in questa fase? Il mio dubbio è che possa non essere così, ne sono una testimonianza anche i precedenti casi inerenti gli studi di settore.

Ecco perché, accanto ai voti che fra qualche giorno il FISCO darà a noi, vorrei che vi fossero anche le cosiddette pagelle degli Uffici Pubblici, nelle quali possano prender forma le diverse mancanze, di mezzi e capacità, che riscontriamo quasi quotidianamente nei nostri rapporti con siffatte Amministrazioni. Ovviamente, per motivi professionali, intendo riferirmi all’apparato fiscale, tuttavia sono certo che di problematiche e inefficienze se ne riscontrino anche in altri settori, in primis nella politica (come abbiamo anche avuto modo di constatare dai fatti di cronaca!). Chi valuta i loro sprechi? E parlo di un giudizio ufficiale, perché di commenti e opinioni se ne sciorinano a bizzeffe tutti i giorni. E anche di leggi ad hoc! Purtroppo però si emana tanto sulla spending review, ma a conti fatti non si mette mai nulla in pratica!! Rigore e austerità per i contribuenti, tacita benevolenza e disinteresse per le Amministrazioni!!

Ritornando poi al Grande Fratello dei giorni nostri, ossia il nuovo redditometro, ritengo che tra gli aspetti devastanti di questo strumento, non vada lasciata inosservata la conseguenza che lo stesso potrebbe avere sull’economia. Infatti, ponendo un controllo costante sulle spese dei contribuenti, gli stessi potrebbero ben decidere di ridurle causando così un immediato freno ai consumi. Possiamo permettercelo alla luce dell’andamento affatto repentino della nostra crescita economica? Ritengo che la risposta non possa che essere negativa.

Non è possibile, in un periodo critico come quello attuale, imporre una simile violenza psicologica che difatti serra i portafogli e impedisce la libera circolazione dell’economia. A tal proposito, mi preme ricordare quanto scriveva Sir James Goldsmith, secondo il quale “il settore privato è quella parte dell'economia che il governo controlla, mentre il settore pubblico è quella parte che non controlla nessuno”. È amaramente vero!
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