4 maggio 2014

COMMERCIALISTI: SEMPRE PIU’ CAOS

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

mentre aumentano i dibattiti in vista delle prossime elezioni europee, con la gara a chi la spara più grossa, noi commercialisti invece siamo costretti a combattere contro l’assurdo sistema fiscale, caratterizzato da norme illogiche, poco chiare e il più delle volte portatrici di adempimenti inutili.

Negli studi si ritorna a fare straordinari, ci si prepara alle lunghe giornate (nel senso che si entra all’alba e si esce a tarda serata, sabato e domenica compresi), si iniziano a chiudere i bilanci e a guardare le prime dichiarazioni.

Neanche quest’anno lo spirito è dei migliori. La crisi che ha colpito anche il nostro settore rende il tutto più difficile, nel senso che si lavora tanto, sono aumentate le responsabilità e sono crollati gli incassi… Insomma, andare avanti diventa di giorno in giorno un’impresa difficile.

Ma non ci abbattiamo, noi commercialisti! Siamo fatti di tempra forte! Nonostante il declino che ci circonda, rimaniamo saldi dietro le scrivanie a fare il nostro lavoro, l’unico che sappiamo e possiamo fare con competenze e cognizione di causa.

Eppure, il fatto che non ci muoviamo dai nostri posti di combattimento non significa che accettiamo tutto in maniera passiva né tantomeno che tacciamo innanzi ai soprusi e a quelle che ci sembrano delle vere e proprie ingiustizie, frutto di incompetenti e irresponsabili. Tant’è vero che non stiamo zitti neanche al cospetto dell’ennesimo provvedimento che andrà a creare ulteriori difficoltà alla nostra professione, costringendoci a lavorare anche di notte. Di cosa sto parlando? Ebbene, mi riferisco alle ultime vicende collegate alla Tasi, dinnanzi alla quale nessuna voce ufficiale si è alzata, essendo privi ancora oggi di Governance (non che quando c’era la situazione era diversa). Sembra si stia sollevando qualche protesta di qualche associazione, ma non possiamo aspettare che a difendere l’intera categoria siano solo e sempre associazioni di altre categorie (CAF, CONFARTIGIANATO, eccc).

Il commercialista “medio” al quale mi pregio di appartenere, è colui che, tra le altre cose, si andrà ad occupare anche di Tasi. Ed allora mi chiedo, considerato che abbiamo circa 9 sigle sindacali, perché sono tutte in silenzio? A noi non tocca il problema? O gli altri son più bravi a capirli prima di noi? Ci si vuole rendere conto che la stragrande maggioranza degli iscritti non si occupa di operazioni di alta consulenza? Ma tiriamo una volte e per sempre giù le maschere e stiamo con i piedi per terra! Nel mio studio, ci occupiamo anche di Tasi così come il 90% dei commercialisti e non posso tacere difronte all’ennesimo sgarbo che si sta perpetrando ai danni della categoria e dei contribuenti, annebbiati con una manciata di euro in busta paga.

L’assurda situazione che si è venuta a creare è l’effetto della legge di conversione del decreto "Salva–Roma" licenziata qualche giorno fa dal Senato. La disposizione, dopo aver previsto che per il pagamento della Tasi valgono le stesse scadenze dell'Imu (16 giugno per la prima rata e 16 dicembre per la seconda), e aver altresì precisato che – a regime – il calcolo della prima rata dovrà essere eseguito, come già avviene per l'Imu, sulla base delle aliquote e delle detrazioni dell'anno precedente, ha introdotto una deroga per l'anno 2014. Per effetto di quest’ultima, si vengono a creare due diversi percorsi in funzione della data di pubblicazione sul sito del Mef delle delibere con le quali i consigli comunali, fino al 31 luglio, possono fissare le aliquote.

In altri termini, se le delibere sono state inserite sul sito ministeriale entro il 31 maggio (a tal fine i comuni dovranno inviarle al Mef entro il 23 maggio), tutti i contribuenti saranno tenuti ad eseguire il versamento del 16 giugno sulla base degli atti deliberativi dei municipi. Laddove invece la delibera non dovesse risultare pubblicata entro il 31 maggio, ci si troverà a operare con regole diverse.

In buona sostanza non possiamo fare niente prima del 31 maggio, in relazione a tale scadenza. Infatti se il 16 giugno si pone la deadline della prima rata Tasi (oltre che Tari e IMU), dal 1° al 16 giugno (pensate un po’) dovremo consultare e verificare tutte le delibere comunali pubblicate sul sito del Mef. (senza nessun aiuto dei programmi ), calcolare il tributo, quindi consegnare i modelli di pagamento ai contribuenti. Avremo, in sostanza, circa 10 giorni e 10 notti lavorativi per far tutto. Con il rischio anche che tanti contribuenti si trovino a dover pagare delle somme che successivamente potrebbero risultare non dovute, nel caso in cui il comune preveda poi sgravi o esoneri.

Se questi sono i fatti, pare non esser mutato proprio nulla da quando, qualche mese fa, al governo v’erano ben altri personaggi. Si dovrebbe avere il coraggio di dirlo in faccia, a questa gente che si affretta a chiederci il voto! E chi ci rappresenta, (solo sindacati di categoria per adesso) dovrebbe intervenire con maggiore solerzia, tutelando con serietà e attenzione i propri associati.

Intanto noi continueremo a lavorare (chiamalo lavorare!!!), nei nostri studi in attesa che una qualche soluzione arrivi dall’alto! Forse arriverà a luglio, quando la nostra categoria sarà impegnata a eleggere il nuovo Consiglio Nazionale??

“… Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” disse Mahatma Gandhi, non aspettiamo che siano gli altri i promotori del cambiamento che vorremmo per noi.

Qualche anno fa, rivolgendosi ai suoi colleghi, il politico statunitense Newt Gingrich affermò che “la perseveranza è il duro lavoro che fai dopo che ti sei stancato del duro lavoro che hai fatto”. La perseveranza è la caratteristica di noi commercialisti: perseveriamo nel lavoro, ma perseveriamo anche nel chiedere tutele e giustizia!
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