9 aprile 2014

EQUITALIA: COMMERCIALISTI LA ZONA D'OMBRA?

A cura di Antonio Gigliotti

Cari colleghi,
eccoci qui, ancora una volta, a parlare dell’ente riscossore dello Stato: Equitalia. Organismo che, per certi versi, ci troviamo a incrociare tutti i giorni e dal quale, in passato, avremmo gradito una maggiore collaborazione. Tuttavia, fuori da sterili polemiche, il mio intento odierno è quello di porre dei focus sulle ultime notizie che riguardano Equitalia sia dal punto di vista della questione fiscale sia per quel che concerne meri episodi di cronaca.

Andiamo con ordine!

Com’è ormai chiaro a tutti, la sanatoria sulle cartelle, già prorogata in precedenza dal 28 febbraio al 31 marzo, è stata estesa al 31 maggio. Una buona notizia, verrebbe da pensare, se non fosse che dietro l’apparente bontà della questione si nasconde quello che io definirei un vero e proprio bluff. Prorogata la sanatoria, infatti, si sono dimenticati di estendere anche la sospensiva sulle riscossioni… In altri termini, non hanno bloccato le procedure esecutive. Pertanto, chi non si è avvalso della precedente proroga, ma vorrebbe approfittare di quest’ultima approvata con un emendamento nei giorni scorsi, potrebbe ritrovarsi in una situazione di irregolarità nei confronti della riscossione portata avanti da Equitalia, che a sua volta sarebbe quindi costretta a procedere come da prassi. Dunque, salvo eventuali interventi di modifica da introdurre entro il prossimo 16 aprile, la questione potrebbe degenerare e tutto a discapito ovviamente dei contribuenti.

Sul punto, il mio parere non è mai stato più chiaro: l’intera disposizione è inutile! La sanatoria, così com’è stata pensata, non serviva fin dall’inizio. Credo che un più giusto intervento sarebbe stato quello della rateizzazione e di un contestuale forte abbattimento dell’onere. Seguendo invece la sanatoria attuale, vediamo che hanno tolto solo gli interessi costringendo comunque i contribuenti a pagare in un’unica soluzione entro un mese. Mi chiedo, ma se il soggetto non aveva risorse il mese precedente, come si può pensare che possa averle in quello successivo? Temo che risposte a un simile quesito non ne arriveranno! E io, insieme a quanti condividono questo pensiero, rimarrò convinto della totale inutilità di un simile provvedimento, che ora più di prima genera confusione peggiorando la situazione.

Detto questo, vorrei abbandonare, come annunciato, l’aspetto puramente fiscale della riflessione su Equitalia, per soffermarmi su quello di cronaca che, a mio avviso, implica anche un coinvolgimento etico e morale.

Sul punto, intendo sottolineare che, contrariamente a quanto fatto nelle scorse settimane da ‘illustri’ personaggi del mondo politico, non ho alcuna intenzione di generalizzare né di puntare il dito sulla folla, considerando che presso l’ente riscossore lavora una buona maggioranza di gente onesta e competente. Dunque, questa premessa doverosa per aprire un focus su quella notizia che non può che destare vergogna (ma non stupore) e che coinvolge un funzionario di Equitalia in un sospetto giro di tangenti. In sostanza, come si legge dai quotidiani, il Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma ha arrestato a vario titolo 8 persone per le quali vigono le ipotesi di reati inerenti alla corruzione, alla truffa aggravata ai danni di Equitalia e alla bancarotta fraudolenta. Tra questi otto soggetti destinatari dell'ordinanza di custodia, vi è un funzionario di Equitalia sud Lazio. L’uomo, in cambio di tangenti, avrebbe fatto sì che imprenditori e professionisti potessero venir meno al pagamento di ingenti somme all'erario. A ciò si aggiungono poi le circa venti perquisizioni negli uffici di Equitalia di Lazio, Campania e Calabria, che hanno altresì coinvolto i direttori regionali (non risultano indagati) del Lazio e della Calabria. Ebbene, agli arrestati veniva concessa la rateizzazione del debito, senza che lo stesso spettasse loro. Il pagamento dilazionato comprendeva 72 rate e congelava la pretesa esattoriale, bloccando le procedure esecutive. I soggetti pagavano solo le prime rate, continuando a rimanere sotto monitoraggio fino a un anno dalla cancellazione del Registro delle Imprese.

Come ho poc’anzi sottolineato, il comportamento, oltreché illecito, è vergognoso. Getta discredito sull’intero apparato della riscossione.

Ecco, c’è chi diceva che eravamo noi professionisti, in generale, e commercialisti, nello specifico, il vero male della società, ma a quanto pare l’erba cattiva cresce anche tra le protette e tutelate mura dell’Amministrazione Finanziaria!!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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