20 febbraio 2021

Fatturato dimezzato per tre mila gestori di piscine

Autore: Direttore Antonio Gigliotti
Non solo gli alberghi, gli impianti sciistici ed i commercianti, ma anche i gestori di piscine sono tra i più colpiti della pandemia da covid 19.

Fatturato dimezzato e ricavi mancanti in media per 80-100 mila euro al mese.

Come per tanti altri settori, sul futuro nessuna certezza. Gli impianti dovrebbero rimanere chiusi fino al 5 di marzo ma non c’è alcuna garanzia sulla riapertura.

Quello che i gestori sanno bene, tuttavia, è che per fare ripartire una struttura costerà almeno 30-40 mila euro. Si riaprirà probabilmente solo a ridosso della stagione estiva.

Nel frattempo, le associazioni di categoria vorrebbero puntare sul rilancio dell’intero settore attraverso delle politiche di comunicazione che promuovano l’attività sportiva come forma di benessere e di prevenzione. I benefici sul sistema sanitario nazionale sarebbero sostanziali: 2.3 milioni di euro risparmiati su visite specialistiche e diagnostiche, trattamenti ospedalieri e farmacologici, stando ai dati del 2018.

L’iniziativa sarebbe in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 in cui tra le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) troviamo malattie spesso riconducibili agli stili di vita come alcune tra le malattie cardiovascolari e disturbi muscolo scheletrici che restano tra le principali cause di morte a livello mondiale. Secondo lo stesso Piano Nazionale della Prevenzione 2020 – 2025 errate abitudini alimentari ed insufficiente attività fisica (insieme ad altri fattori) sarebbero alla base del 60% del carico di malattia (Burden of Disease), in Europa e in Italia.

Proprio la prestigiosa rivista The Lancet segnalava lo scorso settembre di come per affrontare il coronavirus si sarebbe dovuto affrontare anche il tema delle malattie croniche non trasmissibili: «Affrontare il covid significa affrontare l’ipertensione, l’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari, e respiratorie croniche ed il cancro».
Stando agli autori dell’articolo, infatti, la statistica medica era riuscita ad individuare la combinazione spesso letale della contrazione del virus e della sua interazione con fattori che sarebbero da ricondurre a non adeguati stili di vita.

Bene dunque l’iniziativa delle associazioni di categoria di promuovere lo sport come forma di prevenzione. Ora però, con le opportune misure di tutela della salute dei cittadini c’è da augurarsi possano essere rimessi nelle condizioni di riaprire.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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