È stato pubblicato l’Osservatorio della Fondazione Nazionale dei Commercialisti contenente le stime di fatturato delle società di capitali per il 2024-2025 e i dati relativi ai Bilanci del 2023.
Il documento fotografa l’andamento dei principali indicatori di bilancio rilevati per un ampio campione di società italiane.
In particolare, vengono elaborati e presentati i dati relativi al trend dei ricavi e dei dipendenti, oltre ad alcuni indici di bilancio tra cui quelli di patrimonializzazione e indebitamento, con particolare riguardo anche ai debiti tributari e previdenziali.
I dati sono presentati per macroarea territoriale, regione, settore di attività economica, forma giuridica e classe dimensionale (dipendenti/fatturato).
Prima di soffermarsi sui dati di bilancio 2023, l’Osservatorio fornisce un’analisi della distribuzione delle società analizzate per classi dimensionali e una stima dell’andamento del fatturato per il biennio 2024-2025.
In particolare, nel 2023 il fatturato delle società di capitali italiane è diminuito, facendo registrare un calo in termini reali del 4,9% (3,9% in termini nominali). La tendenza congiunturale per il 2024 indica un ulteriore calo del fatturato, anche se più contenuto, pari al -1,5% in termini nominali che si traduce in -2,9% in termini reali, ossia tenendo conto dell’inflazione. Le previsioni per il 2025 sono di una ripresa pari a +1,8% in termini nominali che si tradurrebbe in una decrescita in termini reali del – 0,2%.
Tale tendenza indica che le potenziali aree di crisi tendono ad allargarsi e interessano soprattutto le piccole aziende, quelle cioè che soffrono maggiormente l'accesso al credito bancario e che sono praticamente escluse dal mercato dei capitali. Una tendenza, questa, alla cui base ci sono alcuni indicatori particolarmente sensibili. Secondo la FNC, l'incidenza degli oneri finanziari sul fatturato comincia a salire in maniera pericolosa per alcuni segmenti imprenditoriali, mentre il peso dei debiti tributari e previdenziali, che nel complesso resta stabile, sale in maniera improvvisa tra le piccole imprese, in particolare quelle con un fatturato tra 1 e 5 milioni di euro che contano circa 160 mila società, 1,5 milioni di dipendenti e 350 milioni di fatturato.
Dall'analisi dei Bilanci 2023, si nota come il calo del fatturato interessi esclusivamente le microimprese (-4,1%) e le grandi imprese (-9,2%), mentre le PMI hanno visto crescere il fatturato. Inoltre, il calo ha interessato esclusivamente il Centronord, mentre nel Sud si è verificato un aumento del fatturato (+9,2%). In particolare, nel Centro il calo è stato piuttosto marcato (-13,8%). Inoltre, il calo del fatturato è concentrato nell'industria (-3,4%) e negli "Altri servizi" (-19,4%), mentre Costruzioni (+21,6%) e Alloggio e ristorazione (+17,4%) hanno visto il fatturato continuare a crescere a doppia cifra.
I dipendenti sono aumentati in media del 2,1%, mentre l'unico segmento a far registrare un calo è stato quello delle microimprese (-9,1%). La quota di società che chiude il bilancio in utile sale leggermente portandosi a 76%. Anche il grado di patrimonializzazione mostra un leggero incremento dal 40,1% al 41,7%. Il ROE passa dall'11.7 al 12,8%, mentre il grado di indebitamento è invariato al 52,6% (debiti in rapporto al totale dell'attivo). Nel complesso, l'incidenza degli oneri finanziari sul MOL sale dal 16,8 al 18,3%, mentre i debiti tributari e previdenziali, che in media risultano pari al 2,4%, salgono al 7% per le piccole imprese (società con fatturato tra 1 e 5 milioni di euro) con un incremento in un solo anno di 0,6 punti percentuali.
Qui sotto il documento in allegato.