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FISCO: “SOLO I FATTI DANNO CREDIBILITA' ALLE PAROLE"

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici, sono passati solo pochi giorni dal mercoledì della svolta, il mercoledì ‘santo’ in cui il governo Renzi si è riunito e ha estratto dal cilindro una serie di provvedimenti su fisco, casa e lavoro. Pochi giorni durante i quali, tour europeo permettendo, il presidente del Consiglio ha dovuto fare anche i conti con le coperture che gli permetteranno di garantire quanto promesso.

Io non credo ai miracoli e questo periodo quaresimale che ci guida fino alla Santa Pasqua non mi farà pensare il contrario. I governi non fanno miracoli e non ci riuscirà neanche il benintenzionato Matteo Renzi. Tuttavia sperare non può far meno male che disilludersi, per questo, da una parte, vorrei dare fiducia al premier toscano, dall’altra però non posso tacere sulla triste certezza delle imposte già in essere (che non sono state tagliate) e che a breve andranno a colpire tutti gli immobili. Anzi, parlerei addirittura di un ‘super bollo’ immobili, come quello delle auto! Si calcola infatti che sulle abitazioni vi saranno degli incrementi di tassazione rispetto agli anni passati, con una vera e propria stangata sugli alloggi a disposizione e sugli immobili delle attività commerciali.

Da cosa derivano questi aumenti? A generarli è stato il decreto Salva Roma, che ha modificato le disposizioni in materia di Tasi previste dalla legge di Stabilità e ha concesso ai comuni la possibilità (non l’obbligo) di aumentare le aliquote ‘complessivamente’ dello 0,8 per mille per finanziare le detrazioni sull’abitazione principale. La Tasi, nuova imposta sui servizi indivisibili, ma di fatto una bischerata (come direbbe il nostro premier) finalizzata alla reintroduzione dell’Imu sulla prima casa, doveva avere un tetto massimo per l’abitazione principale pari allo 0,25% calcolato sulla stessa rendita dell’IMU; laddove per gli altri immobili (seconde case, ecc.), per le quali la vecchia Imu rimane in vita anche di nome, era previsto che la somma tra Imu e Tasi non potesse superare l’1,06%. Per effetto della disposizione del salva Roma, i comuni avranno tempo fino ad aprile per decidere se applicare in toto o in parte l’aumento di aliquota e se chiedere di più ai proprietari di abitazione principali, facendo salire l’aliquota massima allo 0,33% oppure aumentare il prelievo sugli altri immobili, portandolo fino a un massimo dell’1,14%.

Per quale scelta opteranno i Comuni ancora non è dato di sapere, l’unico dato certo è che vi sarà un aggravio sulle seconde case e in alcuni casi anche sulle abitazioni principali (che nel passato erano esenti da IMU) qualora la rendita superi i limiti stabiliti dai Comuni stessi.

E se per l’immobile si dovesse pagare anche l’Irpef? Domanda lecita soprattutto alla luce di un’ulteriore disposizione in base alla quale chi possiede una casa a disposizione nello stesso comune in cui è sito l’immobile di residenza, tra qualche settimana troverà una sgradita sorpresa. Infatti in sede di compilazione del 730 o Unico scoprirà, suo malgrado, che a partire dal 2013 (con palese violazione dello Statuto del contribuente che vieta imposte retroattive) è stata reintrodotta, sia pure ridotta al 50%, la cosiddetta Irpef fondiaria limitatamente alle abitazioni non locate e situate nel medesimo comune in cui si ha l’abitazione principale. Si badi però che se la seconda casa non dovesse trovarsi nel Comune di residenza, bensì ad esempio a Cortina o a Forte dei Marmi, allora non ci sarà il pericolo dell’aumento!!! Stando a questa norma, è chiaro che i dubbi sull’equità siano quanto mai fondati!!!

Detto questo, passiamo al famigerato e onnipresente capitolo della burocrazia, la mala burocrazia. Sul punto sappiate che ci attenderà un giugno caldo, tra adempimenti relativi a Tari, Tasi e Imu… non avremo respiro! I Comuni non riusciranno a muoversi da soli, e se con la sola Imu erano piombati nel caos, vi lascio solo immaginare cosa accadrà con il numero di imposte triplicato.

Più rifletto su queste cose, più mi stupisco di tanta cecità dimostrata dalle istituzioni. E mi chiedo se siano davvero ciechi o se le cose non le sanno proprio. Non so quale dei due mali sia il peggiore! Le belle promesse ci fanno piacere, ma devono essere seguite dai fatti e non devono poggiarsi su piedi di menzogne. Ben vengano gli annunci renziani, ma non andremo da nessuna parte se prima non si sanano le ferite prodotte in precedenza.

Solo i fatti danno credibilità alle parole”, ha affermato Sant’Agostino. Io spero che finalmente nel nostro Paese si tenga conto di questa semplice verità.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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