13 giugno 2011

Gentile contribuente…

A cura di
Antonio Gigliotti

Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’… cantava Lucio Dalla a fine anni 70. Ebbene, gentile contribuente, oggi è il fisco che ti scrive. E ti scrive, seppur con toni garbati, per segnalarti anomalie nella compilazione degli studi di settore dell’anno precedente e ti avverte di stare più attento per la prossima dichiarazione.

Un gesto di premura o piuttosto una velata minaccia?
Sarei più propenso alla seconda opzione dato che la cortese lettera arriva, casualmente, sotto compilazione della dichiarazione dei redditi, cogliendo l’occasione per spingere i contribuenti “non congrui o non coerenti” ad un eventuale adeguamento agli studi di settore.

Da quest’anno poi si aggiungono le lettere dedicate al nuovo redditometro. L’ultima missiva del fisco è rivolta, infatti, ai contribuenti i cui acquisti risultano non congrui con i redditi dichiarati: si comunica che le spese sostenute nel 2009 sono eccessive rispetto al reddito dichiarato per quell'anno. A tal proposito il Fisco, caro contribuente, ti chiede di spiegare come hai fatto.

Non contesto il dubbio, ma il metodo sì. La mia più grande perplessità sta nel capire quanti di noi contribuenti, oggi, nel mese di giugno del 2011, sono in grado di ricostruire l’ammontare complessivo di tutte le spese fatte nel 2009. Poi, mi chiedo, perché si e’ deciso di inviare queste lettere proprio a giugno e non l’anno prima considerato che le dichiarazioni di riferimento sono in possesso del Fisco dal settembre del 2010. Non è certamente il mese migliore per i professionisti che assistono i contribuenti provvedere anche all’analisi di tale missiva.

Eppure cari contribuenti e colleghi, la “letterina” inviata è abbastanza chiara. E c’è da dire che nel caso degli accertamenti sintetici, la missiva del Fisco potrà avere un effetto ben più dirompente rispetto a quella inviata per gli studi di settore.

Non dimentichiamo come, con il nuovo strumento di accertamento oggetto di revisione da parte del D.L. 78/2010, il Fisco dispone di una presunzione relativa di evasione contro la quale le armi a disposizione di noi contribuenti appaiono inefficaci e poco utili. Giusto per fare un esempio, quanti di noi oggi sarebbero in grado di provare, ad esempio, che le spese sostenute nel 2009 rappresentano il frutto del risparmio accumulato nel corso del tempo, non necessariamente versato sul conto corrente?

Ma tralasciando queste considerazioni, quel che rileva è l’intento del fisco, neppure troppo celato, di spingere i contribuenti “anomali” verso il ravvedimento della dichiarazione dei redditi dell’anno 2009 e quindi aumentare il reddito già indicato in Unico 2010, nonché a prestare particolare attenzione a quello che si andrà a dichiarare in Unico 2011.

Pur non essendo, ovviamente, da parte degli evasori non posso, ancora una volta, non esprimere tutto il mio dissenso verso un Fisco sempre più rapace, per la tempistica scelta nell’avvisare il contribuente e per il fatto che, dietro tale missiva, si nasconde una “quasi minaccia” nel caso in cui non ci si ravveda sul reddito dichiarato a suo tempo, prestando attenzione a quello che si sta dichiarando.

In attesa di buone notizie auguro ai miei colleghi buon lavoro e, a tutti i contribuenti, in bocca al lupo (o al fisco?) e concludo citando la stessa canzone con cui ho aperto queste mie riflessioni: “da quando sei partito c’è una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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