26 aprile 2013

MA UN PO’ DI VERGOGNA???

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi, sul versante politico, dopo tanto peregrinare tra indecisioni, dimissioni, scacchi matti e suppliche agli ‘uscenti’, siamo arrivati a (ri)eleggere un Presidente della Repubblica che a sua volta ha nominato il nuovo governo. Le vicende politiche hanno comprovato, come mai in passato, il chiaro attaccamento più alle poltrone che alle istituzioni, dimostrando la repentina perdita del senso di responsabilità. Insomma, la politica nazionale ha dato il peggio.

Ora abbiamo le più alte cariche istituzionali, tuttavia i buchi neri rimangono con una povertà crescente e la pressione fiscale al 44%(oramai vicina al 50%). L’Istat, con le stime sui consumi delle famiglie italiane che sempre più tendono ad abbassare gli standard quantitativi e qualitativi, e la Banca d’Italia, mostrando le dinamiche e le percentuali del peso fiscale sulle spalle dei contribuenti italiani, hanno dipinto una Penisola schiacciata dalla sofferenza sociale ed economica. FATE PRESTO è il grido unanime. Non abbiamo più tempo! Nessuno desidera infatti vedere per le strade del Belpaese i forconi e l’indignazione della gente che protesta contro lo Stato, come abbiamo tristemente potuto vedere in Spagna e in Grecia. Vogliamo liberarci della crisi e finalmente assistere alla crescita e alla ripresa.

Desiderio, questo, che sento di poter e dover trasferire anche nella nostra categoria, che è bloccata ormai da quasi un anno con una governance assente e un Consiglio nazionale sul viale del tramonto, che sta smantellandosi di giorno in giorno.

Davanti a un tale scenario, è mai possibile che non si sia verificata una manifestazione d’orgoglio? Perché a prevalere devono essere i personalismi, i giochi di potere e i tatticismi, mentre a soccombere è sempre lo spirito di appartenenza? Se non intraprendiamo al più presto una nuova strada, nel giro di tre o quattro mesi non esisteremo più.

Non contiamo più niente. A dimostrare ciò sono anche le ultime decisioni del Ministero della Giustizia che, a qualche giorno dalla scadenza del suo mandato, con decreto ministeriale del 23 aprile, ha nominato quale nuovo Commissario straordinario (in sostituzione del dr. Giampaolo Leccisi) il dr. Giancarlo Laurini, ex presidente del Consiglio nazionale del notariato. Ben venga una personalità che appartiene al mondo professionale, ma siamo sicuri che sia la figura adatta a guidare la categoria, sia pure in modo temporaneo, in un momento così delicato? E perché poi nominare un professionista in ogni caso esterno alla nostra’ professione? Non ho alcuna intenzione di attaccare la rispettabile e stimata persona di Giancarlo Laurini, tuttavia non posso negare un certa delusione alla luce delle proposte in merito che sono state avanzate da alcuni Ordini e che io stesso ho appoggiato su queste pagine. Non sarebbe stato molto più opportuno che il ‘prescelto’ fosse stato un ex presidente di un Odcec piuttosto che l’ex presidente dei notai?

Ma sono solo parole inutili, perché continueremo a farci umiliare. E sì, perché se davanti a una proposta costruttiva come quella dell’assemblea del 7 maggio c’è ancora qualcuno che storce il naso o la vuole strumentalizzare, vuol dire che non c’è davvero l’interesse di venirne fuori.

Da parte mia, sento di dover appoggiare l’iniziativa alla quale sono stati invitati tutti i presidenti e i vice presidenti degli Ordini a prescindere dalla loro appartenenza di bandiera. L’assemblea verrà registrata in modo che la ‘base’ possa ascoltare gli interventi e assistere ai lavori, oltreché rendersi conto delle presenze e delle assenze. L’auspicio è che possa prevalere l’amore per la categoria e che si abbandonino i personalismi, giungendo a una soluzione condivisa. Se si dovesse addivenire a un simile e sperato risultato, allora anche i colleghi ricorrenti dovranno finalmente fare quel passo indietro che da settimane viene chiesto loro. Se così non fosse, pubblicheremo ogni giorno nomi e cognomi di coloro che si stanno mettendo di traverso alla soluzione della questione. A quel punto temo che per loro inizierà un periodo caldo! Abbiamo infatti intenzione di dare il via a manifestazioni forti e clamorose con presidi sotto le abitazioni e gli studi di questi colleghi caparbi!

Il primo bene di un popolo è la sua dignità”, diceva il Conte di Cavour. La nostra categoria ha oggi bisogno di recuperare proprio quel bene assoluto, senza il quale nessuna unità e nessuna crescita sono possibili.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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