29 ottobre 2012

PER UNA CATEGORIA MIGLIORE

A cura di Antonio Gigliotti

Repetita iuvant, questo è vero. Ma mi sorge il dubbio che non sia così per la categoria. Perché ripeto le stesse cose ormai da mesi, ma non hanno giovato a nessuno di coloro a cui mi sono rivolto. Tuttavia non è nella mia natura arrendermi e non lo farò proprio ora che le carte, i dati e i fatti stanno dalla mia parte, che poi non è solo la mia, in quanto rispecchia il sentimento della maggioranza dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

Cos’è accaduto la scorsa settimana? Ebbene, abbiamo assistito alla più alta manifestazione di sfoggio degli slogan che il nostro presidente ci ha propinato in tutti questi anni di mandato. Hanno sfilato politici, economisti e giornalisti, tutti richiamati sul sacro altare che il Consiglio Nazionale ha allestito al fine di “preparare il domani”. D’accordo, è vero, l’ho scritto anch’io tempo fa, il domani è il nostro futuro sul quale dobbiamo investire.

Ben venga l’attenzione all’evasione fiscale e l’intervento della categoria, che a riguardo si presenta come una risorsa unica. Ma perché accorgersene solo ora? E dopo averlo ribadito a Bari in questi giorni, cosa cambierà negli studi dei nostri colleghi? Diventeremo qualcosa di più che segretari dell’Amministrazione Finanziaria? Personalmente lo spero, ma credo proprio che non cambierà nulla e siccome sono seriamente convinto che ripetere i concetti faccia più che bene, allora lo ribadisco: dopo 5 anni ci troviamo in una situazione peggiore di prima!

E’ chiaro che mi ritrovo in perfetta sintonia con le dichiarazioni del nostro presidente. Non c’è che dire, posizioni forti e delle quali avevamo bisogno. Certo… Purtroppo però ne avevamo bisogno già da mesi, da anni. Abbiamo dovuto aspettare un Congresso immediatamente successivo a delle consultazioni elettorali ancora in bilico per sentircelo ancora dire?

La categoria è divisa. Il Fisco non ci ascolta.

In merito poi alle “dritte” su come migliorare il Paese, mi chiedo se saranno davvero utili questi consigli dati da chi non è stato in grado di migliorare la categoria che lo aveva scelto come guida. E saranno consigli utili? Mi chiedo ciò soprattutto alla luce del fatto che, considerando gli esiti elettorali, l’attaccamento alla poltrona ha inevitabilmente minato quella flebile traccia di onestà intellettuale che, nonostante tutto, ritenevo fosse ancora presente in questa governance.

Parlo di onestà intellettuale, in quanto sono convinto che solo questo “ingrediente” avrebbe potuto essere quello ottimale per consentire alla categoria di crescere e sviluppare poi, in maniera concreta, quei temi che sono stati affrontati in occasione del III Congresso tenutosi a Bari nei giorni scorsi.

Abbiamo una rappresentanza troppo indaffarata in esperienze editoriali e ad elargire consigli su come migliorare il Paesetrascurando le nostre esigenze, la nostra tutela ed il nostro ruolo nell’ambito del panorama fiscale italiano.

Non sarebbe stato difficile agire concretamente invece di andare in giro a proclamare. Anche perché gli esempi ci sono. Mi riferisco a quegli Ordini locali che, da soli, si sono rimboccati le maniche ed hanno lavorato al fine di costruire per i propri iscritti una rete di tutele e di sostegno abbastanza solida e funzionante. Non stiamo parlando di luoghi assimilabili al fantastico mondo di Utopia, bensì di città reali, dove i dottori commercialisti e gli esperti contabili sono diventati effettivi costruttori del domani.
Il domani, vorrei ricordare al presidente, si realizza a partire da oggi e da ieri.

Tuttavia, questo terzo Congresso nazionale, oltre a essere una vera e propria fiera della vanità di categoria, ha dato prova di accanito attaccamento alle poltrone del comando. Quale migliore occasione, altrimenti, per accettare pubblicamente la sconfitta? E invece no, anche di fronte ai dati reali, il nostro presidente resiste… Come l’ultimo dei Mohicani!

Parlo di dati reali perché sulla carta, applicando le regole, la sua lista ha perso, pertanto a nulla servono le minacce di ricorso al Tar. A ben vedere, i dati disaggregati inerenti gli esiti elettorali dicono ben altro rispetto a quello che la nostra governance ha voluto farci credere. L’attuale presidente non ha vinto e avrebbe dovuto dimettersi. Non ci sono mezzi termini. E’ pacifico che per una più netta presa di posizione rimaniamo in attesa dell’ufficializzazione dei dati, ma già quelli che abbiamo per le mani ci danno notizie incontrovertibili. Per continuità con questo ragionamento e per rispetto di chi legge, propongo una sintesi sul totale dei voti ottenuti. Questi dati, suddivisi in base alle partizioni geografiche e ordinistiche, evidenziano i reali risultati delle elezioni… Aldilà di ogni slogan o falsa ricostruzione proposta all’indomani dello scorso 15 ottobre!! Dunque, a voi i numeri!

Ordini votanti:

Dottori commercialisti: totale per Longobardi 41.064 pari a 72 ordini; totale per Siciliotti 31.436 pari a 67 ordini; dottori iscritti in ordini il cui risultato è finito in pareggio 1.876; dottori iscritti a Bari e a Enna 2.098; totale iscritti 76.474.

Ragionieri: totale per Di Russo 18.041 pari a 60 ordini; totale per Marcello 18.440 pari a 76 ordini; ragionieri iscritti in ordini con risultato in parità 1.045; ragionieri iscritti a Bari e a Enna 1.204; totale iscritti 37.846.

Su questi numeri, vi auguro un buona riflessione!!
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