18 marzo 2014

STOP A GIUDIZI AFFRETTATI

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici,

quest’oggi vorrei soffermarmi su un punto che ha assunto per me un particolare interesse, vale a dire sull’importanza o meno di intervenire in merito a determinate esternazioni esecutive e se il nostro ‘intervento tecnico’ possa entrare nel merito quando ancora, di quel provvedimento, non abbiamo che un accenno della bozza, come sta appunto accadendo con le disposizioni (per ora solo illustrate nel corso dell’ultimo Cdm) messe in cantiere dal governo Renzi.

In sostanza, senza fare troppi giri di parole, ben vengano le illustrazioni oggettive dei punti presentati, ma si allontanino e spariscano invece i commenti densi di giudizi e di pareri. Il tempo non è ancora maturo per questo genere di approcci! Prima di affermare in maniera decisa e posata che condivido o meno una data disposizione, devo essere sicuro di quel testo sul quale mi esprimo. Se invece sono al cospetto di una mera presentazione di intenti, arricchita con qualche slide e un dettagliato comunicato stampa, senza però che a questi abbia fatto seguito l’ufficiale impianto normativo, allora è meglio tacere e attendere. Tutt’al più ritengo si possa scendere nel dettaglio per descrivere, segnalare e analizzare i punti illustrati, ma non si può di certo correre il rischio di affermare la bontà o l’inefficacia di un proclama scambiandolo erroneamente per un provvedimento ufficiale.

Tale è la mia posizione che spesso mi fa letteralmente cadere dalle nuvole quando mi trovo a leggere o ascoltare, com’è accaduto dopo il famigerato mercoledì della ‘svolta buona’, il parere di tecnici ed esperti che, lungi dal considerare l’argomento di fisco o di lavoro come mera bozza, danno per scontato la rispettiva valenza di leggi. E invece ancora leggi non sono!! Non sono neanche decreti! Si tratta di bozze, intenti, propositi e proposte. Una descrizione oggettiva riesco ad accettarla, anche noi dalle nostre pagine ci siamo calati nel perseguimento di un simile obiettivo. Ma ancora il frutto è troppo acerbo per entrare nel merito, per applaudire così come anche per gridare ai quattro venti la vacuità dei provvedimenti messi in agenda da Renzi.

L’attenzione, visto che ancora non abbiamo in mano nulla di certo, dovrebbe invece essere convogliata alla volta di questi unici dati incontrovertibili che abbiamo in mano, come appunto la disoccupazione, il calo dei consumi e le difficoltà delle imprese. In un Paese in cui dall’inizio del nuovo anno sono state presentate 138.352 domande di ASpI, 49.588 domande di mini ASpI, 302 domande di disoccupazione ordinaria o speciale edile e 16.412 domande di mobilità, dove la disoccupazione a gennaio è arrivata a quota 12,9% con il ‘misery index’ al 22,1% e dove le aziende non riescono ad attecchire e crescere, i dati concreti su cui esprimersi ci sono… perché invece arrovellarsi su questioni che ancora non hanno nulla di definitivo? Perché commentare cose ancora da scrivere?

Io rimango ogni volta perplesso. Ben vengano i giudizi di massima, ma dal punto di vista tecnico sarebbe opportuno tacere fino a quando non si presenti l’ufficialità delle disposizioni.

Sospendere il giudizio, almeno fino a che non si abbia in mano la certezza. Ecco la soluzione! Perché, come affermava il francese Henry de Montherlant, “nulla, neppure un giudizio giusto, è più intelligente d'una sospensione del giudizio”.
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