1 ottobre 2014

TASI… IMU… I PARADOSSI NON FINISCONO MAI!

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

eccoci ancora qui a disquisire sul capitolo Tasi/Imu. Ne avrei fatto volentieri a meno, preso come sono (anzi, siamo) dal lavoro esasperante, soprattutto in vista delle più imminenti scadenze. Tuttavia il mio sdegno mi ha impedito di soprassedere innanzi a quello che considero l’ennesimo paradosso di questa intricatissima vicenda.

Oggi vorrei pertanto puntare i riflettori sulla questione inerente agli immobili merce, vale a dire quegli edifici rimasti invenduti che sono a carico delle imprese costruttrici. Secondo voi, questi immobili dovrebbero pagare la Tasi, considerando che per quel che concerne l’Imu erano esentati? A mio parere no, anche perché siamo al cospetto di imposte che vertono nel medesimo ambito con regole che dovrebbero essere all’incirca simili.

Ebbene, è chiaro che il parere del Legislatore è differente, anzi come al solito rivela quella confusione di fondo che sta caratterizzando non poche scelte in campo fiscale. Se infatti l’articolo 2 del Decreto Legge n. 102/13 stabiliva l’esenzione dal pagamento Imu per siffatti immobili, non v’è alcuna disposizione legislativa che disponga la medesima esenzione sul fronte Tasi. Perché? A che pro penalizzare aziende afferenti a un settore già in crisi? Per quale motivo infliggere un’ulteriore spada di Damocle su soggetti che stentano a riprendersi?

Io sono basito. Anche perché se il Legislatore non prevede agevolazioni per queste imprese, sarà compito (e onere) del professionista che le assiste dal punto di vista fiscale andare a leggere le prolisse delibere comunali al fine di scovare, nei casi in cui qualche ente l’ha contemplata, una possibile agevolazione.

Questo è lo scenario di un Paese il cui sistema fiscale è in preda al caos. Non c’è alcun ordine nelle disposizioni emanate. Anzi sembra che queste vengano prodotte al solo scopo di mandare in tilt l’intero sistema.

Le ragioni di un simile ingranaggio arrugginito sono da individuare nella diffusa incapacità dimostrata dall’apparato legislativo e dall’Amministrazione Finanziaria, soggetti che non sono in grado di gestire la crisi né di dare risposte concrete ai cittadini/contribuenti.

Il nostro sistema tributario sta diventando una barzelletta che genera purtroppo risate amare, più simili al pianto della disperazione che all’allegria della spensieratezza. Si tratta di un circuito appesantito senza né capo né coda, nel quale il Legislatore agisce emanando disposizioni prive di qualsiasi logica.

Non se ne può più. Lo abbiamo più volte sottolineato da queste pagine e oggi lo ribadisco.

Siamo stanchi sia come professionisti che come cittadini, oltreché come contribuenti.

Siamo stanchi di dover assistere alle continue vessazioni contro i nostri clienti, tra i quali figurano anche le già martoriate imprese costruttrici. Davanti a un mercato immobiliare fermo, lo Stato non può permettersi pretese tanto esose!

“Dove sono troppi a comandare, nasce la confusione”, scrisse Luigi Einaudi. Come non accorgersi che è ciò che ci sta accadendo?
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