12 marzo 2022

Una strategia crudele

Autore: Paolo Iaccarino
La nuova strategia di Poste Italiane in tema di cessione del credito avrà conseguenze reali particolarmente gravi. La riapertura dello sportello dedicato, avvenuta lo scorso 7 marzo 2022, tradisce le numerose aspettative riposte nei correttivi apportati dal Decreto Legge 5 febbraio 2022, n. 13. L’esclusione dei crediti d’imposta in seconda cessione e quelli relativi alle spese sostenute nel 2021 ha il sapore amaro della condanna che non ammette appello per migliaia di contribuenti e imprese.

Se l’acquisto dei crediti d’imposta unicamente dai beneficiari delle relative detrazioni mira a ridurre il rischio insito nell’attività di acquisizione, l’esclusione dalla nuova operatività dei crediti d’imposta relativi alle spese del 2021 non ha alcuna giustificazione giuridica o semplicemente razionale. Sembra, piuttosto, il frutto di una deliberata politica commerciale, che preferisce sacrificare una parte dei propri clienti pur di evitare brutte figure. In altri termini il rischio di non fare in tempo.

La prolungata sospensione della piattaforma, resasi necessaria per adeguare le strutture di controllo, elaborazione, acquisizione delle pratiche, in funzione del susseguirsi dei molteplici interventi legislativi in materia, ha imposto delle procedure meno snelle rispetto al passato, che necessitano di maggior tempo per essere completate. Dal 7 marzo 2022, infatti, Poste Italiane valuterà l'acquisto dei crediti d’imposta solo una volta che siano disponibili sulla piattaforma messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, ovvero il decimo giorno del mese successivo rispetto a quello in cui è avvenuta la comunicazione dell’opzione. Poste Italiane, quindi, solo dopo aver accertato la presenza del credito, richiederà al proponente il corredo documentale relativo alla cessione. L’operazione, salvo sorprese, dovrebbe concludersi in due mesi e mezzo, senza considerare la tempistica a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per effettuare i relativi controlli preventivi.

Impossibile pensare di espletare tanta attività in così poco tempo. Secondo le nuove indicazioni desumibili dal Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 3 febbraio 2022, l’opzione relativa alla cessione del credito maturato sulle spese sostenute nel 2021 deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate entro il 7 aprile 2022. Termine inderogabile che, nell’ipotesi in cui l’operazione proposta a Poste Italiane non dovesse concretizzarsi, escluderebbe qualsiasi strada alternativa. Il cliente sarebbe ormai in ritardo rispetto alla ripetizione della medesima operazione di cessione a favore di altri istituti di credito.

Non vi saranno pertanto sorprese o novità dell’ultimo momento. Dato il residuo tempo a disposizione, meno di un mese di calendario, non resterà che adottare soluzioni alternative, soprattutto in caso di incapienza per la prima quota di detrazione. Fra queste, del tutto legittima, la possibilità di cedere il complessivo credito a favore di un familiare che, a sua volta, potrà compensare il credito ovvero trasferirlo nuovamente ad altri istituti di credito disposti ad acquisizioni in seconda cessione. In questo modo, infatti, il credito oggetto di trasferimento guadagnerebbe ulteriori otto mesi.

Attenzione. Il cessionario improvvisato, a decorrere dal giorno 10 del mese successivo alla corretta ricezione della comunicazione, potrà cederlo nuovamente, solo a favore di “banche e intermediari finanziari iscritti all'albo previsto dall'articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all'albo di cui all'articolo 64 del predetto testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia ovvero imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia ai sensi del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209”. Il colmo. Lo stesso correttivo che ha indotto Poste a stringere la cinghia rappresenterà la salvezza dei soggetti esclusi.
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