19 settembre 2011

Vedo la LUNA…

A cura di Antonio Gigliotti

“Quando stai morendo di sete, è troppo tardi per pensare di scavare un pozzo”

Sono passati appena quindici anni ma sembra lontana anni luce la primavera del 1993: quella in cui un modello di dichiarazione dei redditi arricchito da nuovi riquadri e nuove richieste (il “redditometro”, la “minimum tax”, la “tassa sulla salute”, l’ISI e l’ICI) segnò il momento più alto di incomprensione e di conflittualità tra i cittadini e il fisco al punto da far coniare al Capo dello Stato la definizione di “lunare”.

Il problema e' quello di un sistema fiscale complicato che prevede ''240 casi di detrazioni per 140 miliardi'' e che ha accumulato un ''sovrapporsi di norme''. Da qui il ritorno della dichiarazione dei redditi 'lunare', dovuta, secondo quanto dichiarato dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, nel suo intervento a Telefisco 2011 ''più per la mole di detrazioni e deduzioni che per esigenze del fisco''.

Bene, cari colleghi devo constatare che quanto ci aspetta e previsto dalle ultime disposizioni, sta creando un ingorgo di novità da fare espandere i modelli di Unico del prossimo futuro, e guarda caso non certamente e soltanto, per detrazioni e deduzioni, ma per dati necessari all’amministrazione finanziaria (fra l’altro già in suo possesso) e non invece ai contribuenti. Il rischio concreto che stiamo correndo è proprio quello di ritornare a dover compilare un modello di dichiarazione sulla falsariga di quello che nel 1992 fu definito «lunare» per la mole di quadri e di informazioni necessarie alla sua compilazione.

Ricordiamo infatti che sono diverse le disposizioni contenute nella Manovra bis e negli altri due recenti provvedimenti varati dal parlamento (dl sviluppo e prima manovra correttiva) che avranno ripercussioni sui modelli di dichiarazione da presentare già per dichiarare i redditi 2011. Novità che si andranno ad aggiungere ad altri provvedimenti normativi, quali per esempio la cedolare secca sulle locazioni abitative, che erano già destinati a impattare sulle prossime dichiarazioni dei redditi.

Nell’ambito dei diversi obblighi di comunicazione a carico dei contribuenti troveremo, nelle prossime edizioni dei modelli Unico, quelle da effettuarsi dai soci e familiari dell'impresa che utilizzano beni in godimento della stessa nonché le maggiori informazioni richieste per la verifica dell'operatività o meno della società alla luce delle modifiche introdotte dalla manovra bis all'articolo 30 della legge n.724 del 1994.
Per fortuna, un po’ di buon senso, ha fatto sì che sia stato soppresso un emendamento alla manovra che richiedeva l'indicazione dei rapporti finanziari intrattenuti dal contribuente. In tale circostanza, si sarebbe trattato di una duplicazione di dati che l'amministrazione finanziaria già possiede in virtù delle comunicazioni periodiche effettuate dalle banche e dagli altri intermediari finanziari in ossequio alle disposizioni contenute nel dpr 605/73 (c.d. anagrafe tributaria).

Ma tale adempimento è stato prontamente sostituito da un altro non meno gravoso per Imprese e professionisti che dichiarano ricavi e compensi di importo non superiore ai 5 milioni di euro, se, per le loro operazioni attive e passive, non utilizzano denaro contante, e invece usano mezzi di pagamento tracciabili, quali assegni e bonifici ad esempio, ottenendo sconti sulle sanzioni. Per poter godere della riduzione delle sanzioni amministrative, la norma in esame prevede di indicare specificatamente nelle loro dichiarazioni dei redditi e in quella annuale concernente l’Iva, gli estremi identificativi degli operatori finanziari con cui hanno intrattenuto rapporti, relativamente al periodo d’imposta corrispondente.
Per non dimenticare che quanto prima dovrebbe essere presentato il nuovo redditometro che si applicherà sin dal periodo d’imposta 2009, in virtù del quale occorrerà verificare, se il reddito dichiarato dal contribuente in occasione di Unico è congruo con le spese sostenute dallo stesso nella stessa annualità. Verifica che presuppone sempre in sede di compilazione di Unico, una ricerca di tutte le spese sostenute dal contribuente (ma che poi dovrà fare praticamente il professionista che lo assiste), con una grande dispersione di tempo per lo studio che a ciò dovrà evidentemente dedicarsi al fine della corretta determinazione del reddito “presunto” calcolato dal Fisco.

Allora se veramente si vuole combattere l’evasione, forse occorre iniziare ad intraprendere una strada completamente diversa, abbandonare i vari slogan, ai quali nessuno crede più ed imboccare la strada della semplificazione, che certamente non è quella imboccata dal parlamento e dall’Amministrazione Finanziaria che del primo è il braccio operativo, ed anche direttivo, negli ultimi anni.
Soltanto un confronto democratico, che non spinge il parlamento a introdurre delle norme per sole esigenze di cassa, potrà forse ridurre l’evasione che in alcuni casi viene giustificata come unico rimedio per poter tenere in piedi un’azienda difronte ad un fisco sempre più vorace che arriva ad assorbire, in alcuni casi addirittura il 55% circa degli utili prodotti.
Quando semplificazione, corrisponderà a ciò che veramente è il significato letterale della parola potremo dire che abbiamo raggiunto un grande successo, noi come categoria, che potrà dire essere stata in grado di farsi ascoltare, ed il Fisco come esattore delle tasse necessarie per mantenere i servizi (leggasi oggi disservizi).
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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