25 marzo 2020

Calcolare la Liquidità aziendale

L’ago della bilancia tra il sopravvivenza e il declino ai tempi del Covid

Autore: Francesca Gagliano
Se l’azienda si trova in deficit di liquidità, magari perché ha consumato buona parte del suo working capital – ovvero il capitale operativo (le risorse che sostengono l’attività di un’azienda) – rischia di non poter pagare i fornitori, acquistare merci e materiale, pagare i dipendenti.
È quindi determinante calcolare che ci sia, in questo momento particolare stress aziendale, sufficiente capitale operativo per superare lo stallo e proseguire l’attività.

La gestione dei flussi di cassa è una materia complessa, in cui rientrano diverse strategie. Ma ci sono alcuni aspetti essenziali che semplicemente non ci si può permettere di ignorare.

Segnali di cash flow negativo - Se i flussi di cassa sono in negativo significa che l’impresa non ha la possibilità di accedere al capitale necessario a garantire il normale andamento della sua attività, che rimane quindi ancora più indifesa.

Occorre Effettuare e aggiornare periodicamente le previsioni di budget, e tenere sempre sotto controllo questi cinque indicatori:
  • consistenti crediti non riscossi dai clienti;
  • eccessive giacenze in magazzino;
  • vendite in calo;
  • progetti di espansione azzardati;
  • mancato profitto in generale.

Il capitale operativo e come calcolarlo - Calcolare il capitale operativo (working capital) indispensabile per garantire l’operatività dell’impresa nel breve termine è il primo passo.

Il capitale operativo è l’ammontare delle risorse che compongono e finanziano l’attività operativa di un’impresa, in parole povere il denaro che serve a mantenere attiva e funzionante l’attività giorno per giorno. Il working capital è in sostanza un indicatore necessario a verificare l’equilibrio finanziario dell’impresa nel breve termine.

Il calcolo è più semplice di quello che credi, non farti spaventare. Ecco la formula:


Capitale operativo = Attività a breve termine – Passività a breve termine



Si tratta di una semplice sottrazione tra tutte le attività e tutte le passività a breve termine, che siano:
  • di natura non finanziaria;
  • di natura ricorrente nell’attività aziendale;
  • di natura monetaria e non “contabile”.

Andando nel concreto, ecco una facile descrizione di minuendo e sottraendo:
  • Le attività a breve termine sono generalmente la somma di tutte le attività:
    • Cassa: contanti, banca e altre liquidità;
    • Scorte: materie prime, semilavorati o prodotti finiti;
    • Crediti verso clienti: crediti commerciali prevedibilmente solvibili;
    • Anticipi a fornitori.
  • Le passività correnti sono generalmente la somma di:
    • Debiti verso fornitori: debiti commerciali da saldare;
    • Debiti verso dipendenti: salari, rimborsi… (il TFR è escluso);
    • Debiti tributari di natura ricorrente: ad es: IVA, INPS,…

Una volta eseguito il calcolo del capitale operativo potremmo trovarci di fronte a differenti scenari:
  • La differenza tra attività e passività a breve termine fornisce un risultato positivo (le attività sono superiori alle passività): questo vuol dire che l’impresa è in grado di pagare i debiti a breve termine quasi immediatamente, quindi finanziarsi grazie alle attività correnti e disporre inoltre di fondi supplementari che serviranno per altri scopi (pagamento debiti a lungo termine, distribuzione tra gli azionisti, prevedere nuovi investimenti, ecc.);
  • La differenza tra attività e passività restituisce un risultato negativo (le attività sono inferiori alle passività): questo vuol dire che l’azienda non è in grado di pagare tutte le passività a breve termine (grazie alle attività), non è quindi in grado di autofinanziarsi e rischia di diventare insolvente.

Ovviamente, le valutazioni del working capital sono da eseguirsi sulla base del settore in cui opera l’impresa. Ad esempio, le aziende manifatturiere hanno maggiori difficoltà nel mantenere stabile il capitale operativo dati i molti costi anticipati che devono sostenere (materie prime, macchinari…) e spesso hanno incassi con tempi dilatati.

Le valutazioni più importanti da fare davanti al calcolo del capitale operativo sono tre:
  1. Semplice valutazione del risultato della sottrazione (positivo o negativo);
  2. Considerazione del capitale operativo al netto della “Cassa” per comprendere la variazione prodotta dalle attività operative pure (escludendo quindi la cassa di “partenza”);
  3. Considerazione della composizione di minuendo e sottraendo: quali voci li compongono, la percentuale di impatto e l’andamento nel tempo.

Un esempio pratico:
L’azienda X Srl ha attività a breve termine:
  • Cassa > € 40.000
  • Scorte > € 10.000
  • Crediti > € 18.000
  • TOT = € 68.000

E passività correnti a breve termine:
  • Debiti fornitori > € 25.000
  • Debiti dipendenti > € 26.000
  • Imposte, tasse… > € 12.000
  • TOT = 63.000

Valutiamolo con i 3 metodi prima proposti:
  1. Semplice risultato > il capitale operativo è in positivo di € 5.000
  2. Al netto della cassa > il capitale operativo è in negativo di € 35.000 se non consideriamo la cassa di partenza (€ 40.000)
  3. Come sono composte le singole voci? Quali saranno i risultati attesi nel prossimo periodo?


Ma se da questi elementi emerge un chiaro problema di flussi di cassa, bisogna sapere come affrontarlo attraverso la redazione di un Piano Risk Management.
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