Complesso è il lavoro del revisore nel momento in cui si addentra nel campo delle immobilizzazioni immateriali, tema centrale in un’epoca in cui le imprese devono fare sempre più ricorso a beni e strumenti “dematerializzati”, attività non monetarie e non tangibili che maturano benefici economici lungo un arco temporale che eccede un esercizio. Si tratta di un’area soggetta a potenziali rischi significativi sul bilancio che potrebbe comportare procedure speciali quali anche la collaborazione con un esperto con competenze specifiche. Il principio contabile nazionale OIC 24 precisa che per l'iscrizione in contabilità di un bene immateriale è necessaria la verifica della presenza di elementi quali la separabilità, cioè la possibilità che l'impresa ha di scorporare il bene immateriale dal resto dell'impresa; l'esistenza di un diritto giuridicamente tutelato; la capacità della società di usufruire dei benefici economici futuri derivanti dal bene stesso (ivi compresa la capacità di limitare l'accesso al bene immateriale ai terzi); l'attendibilità di misurazione del costo dell'attività.
Per la verifica di tali elementi fondamentale, in primo luogo, sarà l’ottenimento delle informazioni da parte della Direzione, oltre alla capacità del revisore di immergersi nel contesto in cui opera l’impresa per comprendere il processo del business connesso alle immobilizzazioni immateriali, le modalità in cui le operazioni relative alle immobilizzazioni immateriali confluiscono nel sistema informativo della società, unitamente alla comprensione del contesto in cui opera l’azienda che si revisiona. Questa fase rappresenta un momento indispensabile alla valutazione dei rischi legati alla iscrizione, valutazione e stima della vita utile delle immobilizzazioni immateriali. Non solo, ma essa è anche funzionale a determinare la definizione dell’approccio di revisione che il revisore intende adottare e della valutazione del rischio. In una società di grande dimensione con un numero elevato di transazioni e con una forma di controllo ben strutturato il revisore potrebbe decidere di procedere con un mix di procedure di conformità e validità, laddove in un contesto più ridotto e meno strutturato potrebbe ritenere maggiormente opportuno svolgere direttamente procedure di validità.
Definito l’approccio, il revisore dovrà verificare le immobilizzazioni al momento della loro iscrizione iniziale considerando: per l’avviamento che sia stato iscritto solo se acquistato a titolo oneroso, con analisi della relativa documentazione e che derivi dall'allocazione del prezzo di acquisto dell'azienda o del ramo d'azienda; per il diritto di brevetto, concessioni, licenze e marchi, che la società sia titolare del diritto di tali attività immateriali e la vita utile tramite l’analisi dei contratti o documenti pubblici e/o registri attestanti la durata di protezione del brevetto o di assegnazione della licenza; per il caso di marchi, analisi di vario tipo che tendono sia a verificare che la società abbia tutelato il marchio (negli appositi registri pubblici), sia a valutare il periodo di sfruttamento attraverso l’ottenimento da parte della società di documenti che comprovino la durata dei flussi attesi di ricavi a esso associato; per i costi di sviluppo, l'accuratezza della completezza e dell'inerenza dei costi capitalizzati, quali, a titolo di esempio, i costi del personale impiegato sui progetti di sviluppo attraverso l’ottenimento di cedolini paghe, tabulati presenze e dettagli delle ore (timesheet) dei dipendenti impiegati su tali progetti e l’ammortamento dei beni materiali che hanno concorso alle attività svolte per i progetti di sviluppo. Sarà poi necessaria la verifica della ragionevolezza della stima elaborata dalla direzione in merito alla possibilità di utilizzo dell'avviamento o alla vita utile del bene, sulla base della quale è calcolato l’ammortamento dello stesso; la verifica che il bene acquistato abbia i requisiti per la sua capitalizzabilità in accordo con i principi contabili di riferimento e le politiche contabili della società e la verifica in merito alla corretta classificazione del bene immateriale acquisito.
Le verifiche relative a tali attività andranno espletate eseguendo test di validità diretti a verificare costo di acquisizione e data della transazione con il contratto o la fattura di acquisto; nel caso di acquisizioni di ramo d’azienda o di società, verifica del valore attribuito dalla direzione attraverso modelli valutativi; verifica dell'avvenuto pagamento con la relativa documentazione di supporto o, se non ancora avvenuto o avvenuto solo parzialmente, con la relativa contropartita nel conto dei fornitori. I colloqui con la direzione dell'impresa e l’analisi dei contratti di acquisizione saranno importanti al fine di verificare che le principali clausole e condizioni contrattuali, inclusi eventuali accordi di conguaglio prezzo, siano state correttamente riflesse nella rilevazione iniziale dell'attività; così come la richiesta di conferma a soggetti esterni e/o controparti della transazione per validare alcune specifiche clausole contrattuali e la verifica della presenza del consenso del collegio sindacale in merito alla capitalizzazione dei costi di impianto e ampliamento, sviluppo e avviamento.
Allo stesso tempo, parallelamente alle procedure da svolgere sopra elencate, il revisore nello svolgimento dell’attività di verifica dovrà mantenere nel processo di stima delle immobilizzazioni immateriali un alto livello di scetticismo professionale, dati gli elevati elementi di complessità, soggettività e incertezza che spesso caratterizzano la stima, nonché considerare la possibilità di errori dovuti a ingerenze da parte della direzione.
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