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Durante il periodo di permanenza nell’IRI occorre rilevare in contabilità ogni volta che si effettueranno prelievi di utili/riserve di utili?

Come mai il legislatore ha lasciato fuori dall’IRI le società di capitali?

Se a scegliere l’IRI è una società (di persona o srl trasparente) chi deve assolvere l’IRI, la società stessa o il socio?

Qualora al termine dei 5 anni di durata dell’IRI, si dovesse decidere di non rinnovare la scelta e, quindi di fuoriuscirne, per le riserve di utili formatesi in regime IRI ed ancora disponibili, come ci si dovrà comportare?

Qual è il trattamento delle perdite maturate nel corso dell’IRI, nel caso in cui alla fine del primo quinquennio di applicazione si decidesse di non rinnovare l’opzione?

In caso di imprenditore iscritto alla gestione IVS artigiani e commercianti e che nel 2017 sceglie l’IRI, si chiede se il reddito non prelevato deve essere considerato per la verifica del reddito minimale ai fini dei contributi previdenziali dovuti.

Per una società di persone che decide di entrare nell’IRI, qual è il trattamento riservato agli utili e riserve di utili formatesi prima dell’entrata nel regime e non ancora distribuiti? Nel momento in cui si deciderà di distribuirli ai soci saranno tassati nuovamente in capo a questi?

Poiché può scegliere l’IRI anche l’imprenditore che opera in contabilità ordinaria per scelta e non per obbligo, e poiché pare che la scelta dell’IRI vincoli a restare in tale regime per 5 anni, ci si chiede se ciò vincola anche la tenuta della contabilità ordinaria.

Al termine del periodo di permanenza nell’IRI, il rinnovo del regime è automatico oppure bisogna comunicare la scelta di rinnovo?

Scegliendo l’IRI è possibile revocarla già dopo il primo anno di applicazione oppure la scelta è vincolante?