30 luglio 2014

Studi di settore salvano le società di comodo

Speciale Dichiarazioni N. 72-2014

“La disciplina delle società non operative è stata introdotta nel nostro ordinamento allo scopo di contrastare le c.d. società di comodo e, in particolare, per disincentivare il ricorso all’utilizzo dello strumento societario come schermo per nascondere l’effettivo proprietario di beni, avvalendosi delle più favorevoli norme dettate per le società” (Circ. Agenzia Entrate n. 5/E del 2/2/2007). La disciplina è stata concepita per contrastare le società che, indipendentemente dall’oggetto sociale adottato, gestiscono il proprio patrimonio essenzialmente nell’interesse dei soci senza esercitare un’effettiva attività d’impresa. Chi rientra nelle Società di comodo ha importanti risvolti sia nelle imposte sui redditi sia sull’IRAP e sull’Iva. A volte, quindi, ci si trova nelle condizioni di cercare delle vie d’uscita per non incorrere nello status di non operatività. Una valida soluzione è quella che fa riferimento agli studi di settore attraverso i principi di congruità e coerenza, cause di esclusione e di disapplicazione della disciplina società di comodo. Risulta a questo punto importante valutare sia congruità che coerenza ai fini degli studi di settore e a volte converrebbe ricorrere ad un adeguamento ai fini degli stessi per non incorrere alle conseguenze dettate per le società di comodo. Non si può dimenticare però che la congruità deve essere seguita dalla coerenza che però si può
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