Il lavoro accessorio, attualmente disciplinato dagli artt. 48-50 (Capo IV) del D.Lgs. n. 81/2015, è stato investito da significative novità, che ne hanno notevolmente ampliato l’utilizzo; si ricorda, infatti, che il limite economico massimo è passato da 5.060 euro a 7.000 euro netti (9.333 euro lordi), con riferimento alla totalità dei committenti, nel corso di un anno civile (1° gennaio – 31 dicembre). Ma non solo. È stata introdotta anche una stabilizzazione dell’utilizzo dei voucher per i percettori di sostegno al reddito, prevedendo che le prestazioni di lavoro accessorio possano essere altresì rese, in tutti i settori produttivi, compresi gli enti locali, nei limiti del patto di stabilità e nel limite complessivo di 3.000 euro di corrispettivo per anno civile.
La nuova disciplina, però, entrata in vigore il 25 giugno 2015, ha da subito subìto profonde modifiche grazie al “Decreto correttivo al Jobs Act” (D.Lgs. n. 185/2016), entrato in vigore l’8 ottobre scorso, che tra le tante norme di correzione, ne contiene alcune che hanno lo scopo di rendere la disciplina più armonica e di creare un deterrente all’utilizzo difforme dei voucher. Nel dettaglio, i voucher sono stati resi pienamente tracciabili e le imprese che li utilizzeranno dovranno comunicare preventivamente, in modalità telematica, il nominativo ed il codice fiscale del lavoratore per il quale verranno utilizzati, insieme con l'indicazione precisa della data e del luogo in cui svolgerà la prestazione lavorativa e della sua durata. Ciò porrà sicuramente un freno all’utilizzo distorto dei buoni lavoro che sono nati principalmente con l’intento di far emergere il lavoro nero ma sono purtroppo finiti per alimentare il precariato. Dunque, con le modifiche che apportate dal Decreto Correttivo, il legislatore punta “ad impedire possibili comportamenti illegali ed elusivi da parte di aziende che - al pari di un cittadino che utilizza il biglietto dell'autobus solo se sale a bordo il controllore - acquistano il voucher, comunicano l'intenzione di utilizzarlo ma poi lo usano solo in caso di controllo da parte di un ispettore del lavoro”.
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Il punto sul lavoro accessorio (280 kB)
Il punto sul lavoro accessorio - Focus Lavoro n. 9 - 2016
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