Secondo la Corte di cassazione, l’azienda non può licenziare il dipendente che ha rivolto commenti offensivi, denigratori, minatori e razzisti al superiore gerarchico nell’ambito di una chat “ristretta” di WhatsApp, perché in tal caso sussiste il diritto alla segretezza e riservatezza della corrispondenza privata (art. 15 Cost.).
Indice argomenti
- Il principio di diritto
- Il caso: messaggi vocali sul team leader
- WhatsApp è annoverabile tra i mezzi di comunicazione riservata
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Offese su WhatsApp. No al licenziamento (PDF) (241 kB)
Offese su WhatsApp. No al licenziamento
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