21 luglio 2016

2015: per i giovani under 30 contratti stabili al 76%

Presentato il XV rapporto annuale dell’INPS

Autore: REDAZIONE FISCAL FOCUS
Il Jobs Act ha prodotto nel 2015 un aumento del 62% dei contratti stabili e per i giovani con meno di 30anni questa percentuale sale al 76%.

È quanto emerge dal rapporto annuale INPS, pubblicato il 7 luglio 2016 e presentato a Montecitorio alla presenza del Ministro Poletti, che ha messo in luce alcuni aspetti dell’attuale mercato del lavoro. Dati positivi per la ripresa dell’occupazione quelli registrati durante lo scorso anno, nonostante i forti disagi sociali – così come sottolineato dal Presidente Inps, Tito Boeri – prodotti dalla Legge Fornero che “ha reso più difficile l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, contribuendo ad aumentare la disoccupazione giovanile”. Il 2015 è stato caratterizzato da un forte incremento nella quota di assunzioni con contratti a tempo indeterminato, aumentato di più di mezzo milione nel 2015, a discapito dei contratti a tempo determinato.

Stabilità del lavoro e protezione sociale - Dai dati emerge, inoltre, che poco meno della metà (43%) dei contratti attivati con l’esonero contributivo sono stabilizzazioni di lavoratori all’interno della medesima impresa presso la quale già erano occupati con altre forme contrattuali, mentre nel 57% dei casi riguardano assunzioni di lavoratori esterni all’impresa. Inoltre, l’80% dei contratti attivati con l’esonero risulta realizzato da imprese nuove o comunque in crescita. A giocare un forte ruolo nella stabilizzazione anche le nuove norme sul lavoro, con la progressiva applicazione dei contratti a tutele crescenti a tutti i lavoratori con contratti a tempo indeterminato. Lo si vede se si considerano i dati delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato nelle imprese tra i 15 e i 19 dipendenti (dove il contratto a tutele crescenti ha modificato profondamente il regime dei licenziamenti), cresciute del 51%.
Il 2015 è stato l’anno di entrata a regime dei sussidi di disoccupazione come la Naspi. Più di 1,5 milioni di persone hanno fruito di questo trattamento. Il passaggio da Aspi a Naspi ha allungato la durata media teorica delle prestazioni dei sussidi di disoccupazione di oltre tre mesi, passando da 7,1 a 10,5.

Politiche si sostegno alla popolazione non autosufficienti – Nei prossimi 50 anni le generazioni maggiormente a rischio di non autosufficienza passeranno da un quinto a un terzo della popolazione italiana. Ad oggi il grado di copertura dell’assistenza pubblica, secondo le stime INPS, raggiunge circa il 45% delle persone non autosufficienti.

Con riferimento all’indennità di accompagnamento, esso è cresciuto del 75,5% negli ultimi 15 anni, passando da 1,2 milioni nel 2000 a 2,2 milioni nel 2015, per una spesa complessiva pari a circa 12 miliardi annui. Un’analisi della variabilità territoriale mostra che, controllando per struttura demografica, misure della pressione epidemiologica e condizioni socio-economiche, quasi tutte le province del centro-sud e isole presentano un numero di beneficiari di indennità di accompagnamento più alto rispetto al valore atteso.

Pensionati INPS – Infine, dal rapporto emerge poi come poco meno di sei milioni di pensionati INPS hanno un assegno mensile inferiore a mille euro. Tra gli oltre 15,7 milioni di pensionati, il 10,8% (1,7 milioni) percepisce meno di 500 euro e il 27,2% (4,3 milioni) tra 500 e mille euro. Mentre poco più di 1 milione di pensionati ha un assegno mensile da 3mila euro in su (il 6,5%). Su tale aspetto il Presidente Boeri ha poi evidenziato come nel 2015 la spesa pensionistica complessiva sia aumentata di oltre 4 miliardi di euro a fronte di una crescita delle entrate contributive dell'1,54%. In particolare la spesa per pensioni della gestione privata è cresciuta del 2,20%, quella della gestione pubblica del 3,77%.
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