Stipendi triplicati, a dicembre, per l’85% dei dipendenti statali. Non più di due settimane fa è stato infatti firmato il contratto della sanità, oggi si conclude l’accordo per regioni, enti locali e camere di commercio, mentre con il decreto Aiuti-quater verrà sbloccato anche quello per la scuola. 2,2 milioni di lavoratori delle pubbliche amministrazioni con contratto nazionale — fatta sola eccezione per i dipendenti di ministeri e agenzie fiscali, il cui rinnovo contrattuale si è chiuso lo scorso maggio —, vedranno per la mensilità di dicembre l’entrata in vigore degli aumenti, ma specialmente il recupero degli arretrati accumulati tra il 2019 e il 2021.
L’impatto di accordi e arretrati -Gran parte degli aumenti, 5 miliardi in più di 2 milioni di buste paga, arriverà dagli arretrati. Si contano infatti, tra quelli da recuperare, gli aumenti progressivi spalmati sulle 39 mensilità del triennio 2019-2021 e le 11 scoperte dell’anno scorso. Da questo conto va sottratta l’indennità di vacanza contrattuale, riconosciuta a partire dall’aprile 2019 e cresciuta poi da luglio di quell’anno, come previsto dalla legge in merito. Insomma, un arretrato che va dai 1210 della posizione inferiore ai 2252 di quella di livello più alto. Cifre da arrotondare per eccesso, peraltro, calcolando anche l’entrata in vigore del nuovo contratto che impone di aggiornare al rialzo la nuova indennità di vacanza contrattuale, riconosciuta a partire da aprile 2022 e fino al 2024. Per quanto riguarda invece gli accordi sul personale, gli aumenti medi sul tabellare variano dai 56,1 euro lordi al mese per le posizioni economiche più basse, fino a un aumento di 104,28 ai vertici della scala del personale non dirigente. Gli stipendi medi pubblici, così, partendo da cifre certamente generalmente contenute, riceveranno per dicembre un forte impatto da queste novità. Al mensile lordo abituale, infatti, andranno sommati gli aumenti del nuovo tabellare, la quota della tredicesima e gli arretrati: uno stipendio, in sostanza, triplicato rispetto ai mesi normali.
Enti territoriali, istruzione e sanità -Nell’ambito degli enti territoriali, i dipendenti interessati dal rinnovo saranno invece 430mila, mentre ancora bisogna considerare lo sblocco dell’accordo economico, grazie al finanziamento extra ricavato dal decreto Aiuti-quater, che coinvolge 1,23 milioni di insegnanti, ricercatori e tecnici nell’istruzione. Nella sanità, con 116 euro medi e arretrati per circa 1800 euro, i dipendenti che vedranno gli aumenti in busta paga saranno circa 550mila, a cui aggiungere le due nuove indennità riconosciute dal nuovo contratto agli infermieri e alle altre posizioni in ambito sanitario, e che portano il saldo complessivo dell’accordo a 175 euro mensili, mediamente.
Risorse limitate per il futuro - Aumenti, insomma, che si sbloccano dopo un lungo stallo contrattuale con il Patto sul lavoro pubblico raggiunto nella primavera del 2021, ma soprattutto che alleggeriscono questa categoria di lavoratori in un momento tanto delicato per gli esborsi in continuo aumento, con inflazione e crisi energetica che non smettono di pesare sui conti degli italiani. Una variabile, quella dei prezzi in aumento costante, che dovrà certamente tenere in considerazione il prossimo rinnovo 2022-24, ma che si scontra con il bilancio dei conti pubblici. Quello delle risorse rimane una criticità che il governo si ritrova a fronteggiare su diverse questioni in queste settimane, con spazi di manovra erosi dalla stretta dell’emergenza energia: per allineare i nuovi contratti all’indice dei prezzi al consumo armonizzato, garantendo cioè retribuzioni che possano sostenere l’attuale costo della vita, secondo i calcoli della Nadef servirebbero circa 16 miliardi aggiuntivi, da dividere tra il bilancio dello Stato e quelli autonomi di istruzione, sanità ed enti territoriali.