Nel 2020 la produzione nel settore delle costruzioni si è ridotta del 7%. A metterlo nero su bianco è l’indagine della Banca d’Italia, emersa nel rapporto pubblicato ieri “Indagine sulle imprese industriali e dei servizi”. La produzione era aumentata di 4 punti percentuali del 2019 mentre il calo del 2020 è stato parzialmente attenuato dall’andamento positivo nel comparto delle opere pubbliche, che ha continuato a crescere seppur a un ritmo meno sostenuto rispetto all’anno precedente (4,8% da 8,8).
Una crescita a cui vi avevano contribuito soprattutto le imprese del Nord-Ovest e di più grandi dimensioni. Al netto delle opere pubbliche, la produzione è invece diminuita significativamente nell’edilizia privata, sia nel segmento residenziale sia in quello non residenziale. Il numero di unità abitative iniziate nel corso del 2020 si sarebbe ridotto del 16% rispetto all’anno precedente mentre oltre tre imprese su quattro che operano nell’edilizia residenziale privata dichiarano di non aver ancora registrato l’impulso fornito dall’introduzione del cosiddetto “Superbonus” relativo alla seconda parte del 2020, ma quasi il 60% si attende che almeno una parte della propria produzione ne beneficerà nel corso del 2021. Sempre nel 2020 l’occupazione ha continuato a crescere di circa l’1,7% (da 0,4 del 2019), con una forte spinta in questo senso da quelle imprese che contano almeno 200 addetti.
L’andamento complessivo riflette una forte riduzione nel comparto dell’edilizia per quelle realtà che contano meno di 50 addetti a fronte di un aumento che inerisce in modo particolare le imprese con almeno 500 addetti. La percentuale di imprese che hanno fatto richiesta di nuovi finanziamenti è cresciuta di 11 punti percentuali nel 2020 (al 44%) e si è accompagnata a un significativo aumento della quota di esse che ha riportato di aver ottenuto l’intero importo richiesto. A fronte di una contrazione delle vendite delle imprese industriali e dei servizi con almeno 20 addetti dell’8,6% (durante la crisi del 2009 fu solo del -7,4%), le imprese si attendono un recupero della produzione nel 2021 pari all’8.8% che abbia come forza motrice sia le opere pubbliche sia l’edilizia privata.
Una crescita che, però, può essere compromessa da tangibili criticità. Il Presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, Eugenio Massetti, denuncia infatti rincari fino al 150% sulle materie prime. “È in corso un abnorme rincaro di materiali per il settore delle costruzioni che sta mettendo a rischio i cantieri in corso e riducendo ulteriormente i margini delle imprese di appalti pubblici e privati, già compromessi da una crisi decennale”, dichiara Massetti a Fiscal Focus. Una congiuntura che rischia di rallentare i lavori tanto quanto lo scarseggiare di alcuni materiali, come per esempio i ponteggi in ferro. “La rassegna dei rincari parte proprio da acciaio e ferro: il tondo per cemento armato fa segnare un incremento del 117% tra novembre 2020 e aprile 2021 – continua Massetti – cosi come il rame (+17%) ed il petrolio (+34%)”.
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